Un basco torna sulla vetta del Tor des Géants: vince Javier Dominguez Ledo

Il basco approfitta del crollo di Collé di questa notte e illumina con la propria frontale il rettilineo dell’arrivo. Al secondo posto Oliviero Bosatelli. Lisa Borzani in grande vantaggio tra le donne.
Javi Dominguez al traguardo
Speciale Trail, Sport

Nessun nuovo colpo di scena nelle ultime due ore, ed il Tor des Géants si conclude in gloria per Javier Dominguez Ledo. È sua l’ottava edizione del durissimo ultratrail valdostano lungo 330 km con un dislivello di 24.000 metri. Una distanza che l’atleta basco ha portato a termine esattamente in 67h52'15". Un tempo incredibile che gli è valso il record della corsa, strappato ad un altro spagnolo, Iker Karrera, che nel 2013 fermò il cronometro oltre le 70 ore, anche se con un percorso diverso in alcuni tratti.

Per la prima volta dalla nascita del Tor, non è la luce solare ad illuminare il rettilineo dell’arrivo ma la frontale di Dominguez, arrivato a Courmayeur alle 06.12. Ad attenderlo, nonostante l’ora, c’era un nutrito gruppo di persone. Al secondo posto si piazza Oliviero Bosatelli, vincitore l’anno scorso e al quale non è riuscita la rimonta che ieri iniziava a sembrare possibile. "Ci ho provato fino al Malatrà – ha spiegato "Braccio di Ferro" all'arrivo – ma poi non riuscivo a scorgere la lucina di chi mi precedeva, nella notte, e così ho capito che non ce l'avrei fatta a raggiungerlo". La sua, in ogni caso, è stata una gara da incorniciare, impreziosita da un tempo finale straordinario (69h16'19"). 

Il basco ha costruito la propria vittoria con molta pazienza, passo dopo passo, con sapienza. Ha approfittato del crollo di questa notte di Franco Collé, con il quale ha dato vita fin dal principio ad un testa a testa emozionante: salito con gran fatica il Col Campillon, il forte valdostano è arrivato a Bosses con qualche graffio, rimediato dopo una caduta. Ripartito, è rientrato subito dopo nel punto di ristoro per poi ritirarsi alle 02.12. Collé paga forse una strategia ardita, quella di tenere ritmi altissimi senza mai dormire.
                   
"Peccato che si sia ritirato", ha commentato sportivamente Dominguez all'arrivo. "E' stata una bella gara, tirata fino all'ultimo. Per me non cambia molto se faccio gara da solo o con qualcuno, cerco di andare comunque sempre al mio passo. Erano anni che sognavo di venire qui al Tor, perché è una corsa unica, famosa in tutto il mondo, con un ambiente fantastico, dei volontari eccezionali e tanta gente sui sentieri. Ho vissuto delle sensazioni, una gioia e un'accoglienza senza pari. Essendo una prima volta non avevo una strategia ben precisa, non sapevo se fosse meglio dormire un'ora o venti minuti. Ho dormito in tutto 35 minuti e ho male in ogni parte del corpo, ma vedere la gente sulla linea d'arrivo è stato fantastico".  

Anche il basco, in ogni caso, ha avuto qualche momento di difficoltà, come poco prima del Magià, quando voleva fermarsi a dormire su un prato. "Al Cuney ha provato a sonnecchiare, ma non ci sono riuscito perché la mia mente continuava a lavorare". Ingegnere 43enne di Vitoria Gasteiz, attuale campione di Spagna di Ultra (primo alla Travesera Integral de Picos de Europa), Dominguez ha iniziato a fare trail nel 2008. Nei 4 anni precedenti si era dedicato alle maratone su asfalto. Terzo all’UTMB nel 2013 e quinto nel 2016, il Tor è per lui la corsa più lunga in assoluto, dopo qualche gara da 100 km o 100 miglia. “Ho fatto al massimo gare da 28 ore”, aveva dichiarato prima della partenza. Un’assenza di esperienza che il basco ha bilanciato con una forte motivazione e preparazione fisica e con il consiglio di altri iberici, su tutti Iker Carrera, detentore del record del Tor des Géants, e Imanol Aleson, attualmente quinto. “Quest’anno non ho avuto infortuni, e questo è un fattore sicuramente positivo”.

La classifica femminile vede attualmente una dominatrice assoluta, ed è Lisa Borzani, fortemente intenzionata a concedersi il bis dopo la vittoria dell’anno scorso e che ora farà una gara solo su se stessa. A Valtournenche (Borzani è passata al Cuney alle 02.57) erano più di 5 le ore di vantaggio sulla più diretta inseguitrice, Silvia Trigueros Garrote, a sua volta in vantaggio di oltre tre ore su Stephanie Case. Segue una nutrita pattuglia di italiane: Marina Plavan, Raffaella Miravalle, Scilla Tonetti, Giulia Vinco e la valdostana Marcella Pont.

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