Trovato morto in un canalone l’escursionista ligure disperso sul Mont Chétif

Il corpo senza vita di Bruno Spotorno, 51 anni, è stato ritrovato sul versante di Dolonne del monte, cinquecento metri sotto il sentiero. Le ricerche erano scattate ieri sera, dopo che l’uomo non aveva fatto rientro in paese.
La statua della Madonna sulla cima del Mont Chétif - Foto captblack76
Cronaca

Le ricerche di Bruno Spotorno, il 51enne genovese che ieri non era rientrato da un’escursione al Mont Chétif, allarmando i parenti che lo aspettavano a Courmayeur e mettendo in moto la macchina dei soccorsi, si sono concluse nel tardo pomeriggio di oggi, venerdì 30 dicembre, con l’esito più tragico. Il cadavere dell’uomo è stato ritrovato in un canalone alla base del monte, circa cinquecento metri sotto il sentiero.

Spotorno, in alta Valle per un periodo di vacanza, sfruttando le festività di fine anno, era partito ieri mattina per un’uscita verso la cima, a quota 2.343 metri. Le ultime notizie di sé le aveva date verso le 13, inviando dal suo smartphone una foto della vetta, sulla quale sorge una statua della Madonna. Tutto lasciava quindi pensare che fosse sulla strada del ritorno, ma le ore passavano e l’uomo, in paese, non si vedeva. Preoccupata per la situazione, nel tardo pomeriggio, la moglie aveva quindi chiesto aiuto.

Subito, l’elicottero della Protezione civile era decollato per sorvolare la zona, ma il calar della sera lo aveva costretto al rientro, senza che fossero state trovate tracce utili. Poi, una squadra di guide del Soccorso Alpino della Guardia di finanza si era messa in moto a piedi, percorrendo l’itinerario annunciato dall’uomo, compresa la via ferrata sulla parte finale della montagna. Proprio in quel tratto, verso la cima, i finanzieri avevano incontrato ghiaccio e neve, che li avevano costretti ad indossare i ramponi, attrezzatura di cui Spotorno non risultava munito.

Sempre nella serata di ieri, alle ricerche si erano uniti anche i Vigili del fuoco, con i nuclei cinofilo e Topografia applicata al Soccorso. Il personale di quest’ultima specialità, in particolare, ottenuta l’autorizzazione del magistrato in turno, si era messo sulle tracce del segnale del cellulare dell’escursionista, analizzando i tabulati telefonici. La verifica, tuttavia, non aveva scaturito esito utile: probabilmente scaricatosi (anche a causa del freddo in zona), il telefono non aveva “agganciato” alcuna cella del network mobile.

Stamattina, con la base delle operazioni nel parcheggio delle funivie del paese, dov’era stata piazzata l’Unità di Comando mobile avanzata dei Vigili del fuoco, le operazioni hanno visto la ripresa dei sorvoli e delle ricerche a terra. La svolta nel pomeriggio, quando dall’elicottero i tecnici hanno scorto il corpo, in un canalone sul versante di Dolonne del monte, dove sono quindi state calate le guide per il recupero. Nel frattempo, per i familiari di Bruno Spotorno è stata attivata l’assistenza degli psicologi dell’emergenza. La salma dell’escursionista è stata composta al cimitero di Courmayeur, dov’è ora a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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