Si spaccia per lituano per poter correre il Tor des Géants: svizzero squalificato e denunciato

L'uomo era prossimo al traguardo di Courmayeur quando ha ricevuto la comunicazione dell'organizzazione.
Tor des Géants 2016 - Tappa al rifugio Dondena
Cronaca, Speciale Trail, Sport

Per poter correre il Tor des Géants si spaccia per lituano. E' la curiosa storia di un concorrente che a pochi km dal traguardo di Courmayeur e dal sogno di essere annoverato fra i giganti si è visto squalificare dalla direzione di gara. L'uomo – registrato come Ivan Kapincik, pettorale 421 – si è scoperto essere in realtà di nazionalità svizzera.  Il runner, "dal fisico decisamente nordico", si era iscritto per rappresentare la Lituania e al momento di ritirare il numero, il giorno prima del via, aveva presentato la copia di un documento poi risultato falso.

A segnalare la truffa all'organizzazione sono state alcune persone che conoscevano la vera identità dell'uomo. Dopo i controlli per il runner, passato ieri alle 20.44 a Bosses, è scattata quindi la squalifica. Si tratta del secondo provvedimento di questo tipo di questa edizione dell'ultra trail dopo il concorrente greco squalificato perché sprovvisto del materiale obbligatorio. 

Il gesto non ha solo fatto svanire il sogno del concorrente di diventare un “Géant”, ma comporterà anche, per lui, conseguenze ben più concrete. Ieri sera, all’atto della squalifica, è stata informata della questione la Guardia di Finanza che stamattina ha convocato, per gli approfondimenti del caso, sia l’uomo – il cui vero nome è Boris Liver – sia un rappresentante dell’organizzazione della corsa.

Impossibilitati a verificare – disponendo solo di una scansione e non dell'originale – se la carta d’identità lituana usata per l’iscrizione fosse effettivamente falsa o contraffatta (la foto presente su di essa risultava comunque somigliante all’uomo), le Fiamme gialle lo hanno denunciato, a piede libero, per sostituzione di persona. Gli atti verranno trasmessi alla Procura della Repubblica di Aosta.

Stando a quanto ricostruito dai finanzieri, l’uomo avrebbe fatto ricorso allo “stratagemma” di spacciarsi per lituano, cioè per atleta di un paese lontano e dal quale pervengono abitualmente poche richieste d’iscrizione, per assicurarsi di essere al via del “Tor”, giacché l'ammissione di essere svizzero non gli avrebbe garantito la partecipazione, viste le maggiori domande in arrivo dalla Confederazione ad ogni edizione della competizione. 

Liver non è però un volto sconosciuto del trail-running: la rete restituisce tracce delle sue partecipazioni, negli ultimi sei anni almeno, al “Grand Raid de la Réunion”, allo “Swiss Irontrail”, al “Verbier/Saint-Bernard”, al "Grand Raid des Pyrenées" e al “Lavaredo Ultratrail”. Un curriculum che, assieme ai non esattamente trascurabili due metri di altezza, la carta d’identità a nome Ivan Kapnick non è riuscita ad oscurare.

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