Riforma legge elettorale, “4 punti su cui il Consiglio regionale può intervenire con ampio consenso”

Riceviamo e pubblichiamo
I lettori di AostaSera
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Cari Consiglieri,

                          in merito alla discussione in corso sulla riforma della legge regionale che disciplina il sistema di elezione del Consiglio regionale riteniamo opportuno svolgere alcune considerazioni da cittadini che ritengono importante intervenire nelle scelte politiche di grande rilevanza per l'intera comunità.

La legge elettorale regionale attiene alla sostanza della nostra democrazia. Non è una questione che possa essere trattata alla stregua di un fatto tecnico o come un affare di “palazzo” avendo come criteri di riferimento i calcoli e gli interessi dei singoli partiti. Per questo occorrono informazione corretta, posizioni trasparenti, scelte innovative, ascolto del disagio espresso dalla società civile.

Siamo ben coscienti che essendo entrati nell'ultimo anno della legislatura 2013-2018 i tempi per la revisione della normativa elettorale ormai sono stretti. Quella elettorale è infatti una legge “rinforzata”, con procedure di entrata in vigore molto più lunghe di una legge ordinaria e soggetta, se richiesta, ad una consultazione popolare. Non c'è quindi più il tempo e la serenità necessaria per una riforma di grande portata e di vera innovazione ed occorre anche fare una riforma che sia condivisa da un vasto schieramento politico. Spazi limitati di azione quindi. Tuttavia riteniamo che siano possibili alcuni interventi correttivi accettabili da tutti, atti a migliorare una situazione che ha determinato instabilità e favorito trasformismo nel corso dell'intera legislatura.

Quattro sono i punti su cui riteniamo il Consiglio regionale possa intervenire con un ampio consenso e producendo un miglioramento significativo rispetto all'attuale situazione:

  1. Rafforzamento del principio di coalizione, cioè della possibilità che più forze si presentino unite intorno ad un programma. Occorre a tal fine prevedere che alla coalizione vincente vengano assegnati almeno 20 consiglieri, quindi una maggioranza più solida. meno risicata di quella prevista dall'attuale normativa;
  2. Riduzione del numero delle preferenze, rispetto alle attuali tre, per eliminare o ridurre sensibilmente il ben noto fenomeno delle cordate;
  3. Abbassamento dell'attuale soglia di sbarramento perché il quasi 6% attuale non risulta certo rispettoso della rappresentatività di liste e formazioni ed è ben più elevato di quello normalmente previsto da normative nazionali e regionali.
  4. Intervento sul palese e grave squilibrio nella rappresentanza di genere. Infatti le donne, che costituiscono la maggioranza della popolazione valdostana, esprimono attualmente solo 4 consigliere regionali su 35. Riequilibrio da perseguire raddoppiando la percentuale di genere nella composizione delle liste ed agendo sul sistema delle preferenze.

Non si tratta di cambiamenti radicali, ma tutte insieme queste quattro modificazioni potrebbero consentire un più produttivo confronto alle elezioni regionali della prossima primavera e prefigurare una maggiore stabilità di governo nella legislatura 2018-2023.

Riteniamo queste modifiche il minimo sindacale per poter esprimere un giudizio di sufficienza sulla legge che verrà. Una legge che la prossima legislatura, fuori dalle strettoie di tempi limitati e della asprezza dell'attuale contingenza politica, dovrà comunque essere oggetto di ulteriori interventi, dandosi obiettivi più alti di innovazione e progresso democratico.

Fabio Protasoni, Maria Pia Simonetti, Lorenzo Graziola, Chiara Minelli, Giampaolo Fedi, Piero Lucat, Elio Riccarand, Marco Grange, Giacinta Prisant, Marcello Dondeynaz, Valter Milano, Fausta Baudin, Christian Cavorsin

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