Rete Democratica presenta il programma: manca solo la lista per le regionali

L'associazione che riunisce ex Alpe, ex Pd, militanti di associazioni ambientaliste, provenienti dalle varie sinistre, ma anche autonomisti, ha presentato “Agenda Vda 2030”, programma politico in 140 punti. C'è fermento per una nuova lista alle regionali.
Fabio Protasoni, Chiara Minelli e Donato Arcaro
Politica

Un libro dei sogni della politica, scritto però come se fosse un resoconto storico di un periodo che deve ancora venire, il decennio tra il 2020 e il 2030. L'associazione Rete Democratica Valle d'Aosta ha scelto una forma inconsueta per presentare il suo programma politico. L'agenda Vda 2030 – così si chiama il documento presentato ieri nel tardo pomeriggio al centro Csv – è diviso in 140 punti, che descrivono le azioni auspicate, con numeri e risultati da ottenere, su 26 grandi temi che riguardano la politica regionale.

“Si tratta ancora di una bozza non definitiva, anzi chiediamo osservazioni e interventi per approfondire alcuni campi e preparare un documento definitivo a gennaio”, spiega lo storico e politico di lungo corso del centrosinistra valdostano Elio Riccarand, che assieme a Fabio Protasoni – ex Pd, ora vicino a Possibile – hanno animato l'azione della cinquantina di redattori del programma.

Le elezioni regionali si avvicinano, a sinistra sembra esserci un certo fermento politico e allora l'ipotesi che l'associazione stia preparando la strada ad una nuova formazione è lecita. Tra i partecipanti al progetto ci sono ex Verdi e Vallée d'Aoste Vive fuoriusciti da Alpe, ex Pd, militanti di associazioni ambientaliste, provenienti dalle varie sinistre, ma anche autonomisti. “L'attività di Rete democratica non ha una finalità pratica di politica regionale – sostiene Riccarand – ma cultural-politica”.

Segnali che facciano intendere che sia già in corso da tempo una ricerca di possibili candidati però se ne vedono da tempo ed è l'avvocato Carlo Curtaz, ex verde di Alpe, ad approfondire la situazione: “Il lavoro di Rete democratica è a disposizione di tutte le forze politiche, ma è chiaro che ogni membro potrà fare cosa vuole – spiega – se, della cinquantina di coinvolti, dieci si candidano in liste di partiti già esistenti e altri cinque fanno una lista civica per noi è solo una cosa positiva”.

Tra coloro che hanno assistito o partecipato ai lavori ci sono anche tre eletti in Consiglio Valle, tutti e tre, ora come ora, sono nel Gruppo misto d'opposizione: Alberto Bertin, Elso Gérandin e Andrea Padovani. “C'è qualcosa che si sta muovendo – afferma Bertin – ma non saprei dire niente di più”. Padovani conferma solo di “aver scritto alcuni punti del programma”. Gérandin afferma che “ci sono dei dialoghi in corso, ma ora come ora Mouv si muove sul territorio con visioni e dimensioni proprie”.

Secondo Curtaz però, riguardo a possibili nuove formazioni politiche, “si saprà di qualcuno che si sta muovendo già nella prossima settimana e se deciderà di sposare questo programma sarà sicuramente una bella notizia”.

Un programma, quello di Agenda Vda 2030, che si sposta dal “mantenimento di Cva come società pubblica”, alla visione di una Finaosta come “principale fulcro finanziario per il sostegno alle imprese ad alto tasso di innovazione, grazie al rapporto privilegiato con l'Università della Valle d'Aosta ed i principali centri di ricerca nazionali ed europei”.

Riguardo al turismo, Rete democratica ricerca un modello “più diffuso, dolce e multiforme che non ha più al proprio centro lo sci da discesa, ma la fruizione delle risorse naturali, beni culturali, escursionismo, enogastronomia, miniere”, fino a chiedere una “riduzione della presenza della Regione nelle società che gestiscono impianti a fune, responsabilizzando l'imprenditoria locale”.

Si passa poi dal ridimensionamento della componente del gioco d'azzardo nell'azione del Casinò di Saint-Vincent e dell'Hotel Billia, a vantaggio di attività per stimolare l'incremento turistico, con l'intenzione di affidare le due strutture ad una gestione privata. Nel campo del welfare si pensa ad un “Servizio per il lavoro garantito che assicuri a chi ne ha necessità lavori socialmente utili con un minimo di retribuzione”, oltre che all'introduzione di un “reddito minimo di dignità”.

L'agenda immagina poi “asili gratuiti sperimentali nelle valli laterali per combatterne la depopolazione”, “centri di compostaggio in tutte le vallate per il trattamento degli scarti di agricoltura, rifiuti organici e piccoli quantitativi di letame” e “una rete Sprar per accogliere i migranti con la scomparsa dei centri di accoglienza straordinaria”.

Il documento si esprime ancora su molti altri campi, da una ridefinizione di legge elettorale e numero e stipendi dei consiglieri regionali – 30 a 6 mila e 500 euro lordi al mese – al mondo della scuola, con priorità alla lotta all'abbandono scolastico. Poi ancora rifiuti, mobilità, ferrovia e aeroporto – da riconvertire a centro per il volo turistico e area congressi – energia, enti locali e prefetto, da separare dal ruolo di presidente della Giunta.

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