Rapina a casa della ex compagna: un 47enne condannato ad un anno e 6 mesi di carcere

Angel Luis Gil Romero, cubano, ha detto di essere stato mosso dalla volontà di recuperare alcuni documenti, tra i quali il permesso di soggiorno. Versione diversa da quella della donna, che ha sottolineato la “sparizione” di un profumo e 500 euro.
Il tribunale di Aosta
Cronaca

Sosteneva di essersi recato a casa della sua ex compagna per recuperare alcuni documenti rimasti là durante la convivenza, tra i quali il permesso di soggiorno. La versione della diretta interessata, però, era diversa e gli ha comportato un'accusa per rapina e un processo, conclusosi oggi, mercoledì 20 settembre, al Tribunale di Aosta, con una condanna ad un anno e sei mesi di carcere, oltre a 1000 euro di multa, a carico di Angel Luis Gil Romero, 47enne cubano.

Nel gennaio 2016, l’imputato si era presentato nell’abitazione della donna cui era stato legato (che, nel frattempo, aveva iniziato una relazione con un nuovo compagno), spinto appunto dalla volontà di riprendersi alcune carte. Era notte fonda. Durante l’esame in udienza, Gil Romero ha affermato al riguardo: “mi aveva detto di passare quando volevo”. Ha sostenuto quindi che chi era in casa gli avesse aperto la porta, ma ancora una volta la sua versione è risultata diversa da quella della controparte. Alla pattuglia della Guardia di finanza intervenuta dopo la chiamata al numero del pronto intervento, la donna aveva infatti denunciato lesioni (attestate da un certificato medico, ma la querela presentata è poi stata ritirata durante il procedimento) e la “sparizione” dalla casa di un profumo e della somma di 500 euro.

Il difensore dell’imputato, l’avvocato Filippo Amoroso del foro di Ivrea, nella sua arringa ha puntato sul mancato ritrovamento della refurtiva (anche dopo una perquisizione seguita all’individuazione di Gil Romero), senza che esistesse quindi la prova della colpevolezza dell’imputato. Il pubblico ministero, Luca Ceccanti, ne ha chiesto invece la condanna, linea che ha convinto il collegio giudicante composto dai magistrati Massimo Scuffi, Maurizio D’Abrusco e Paolo de Paola. 

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