Processo d’appello sull’ampliamento dell’ospedale: sentenza attesa per il 7 giugno

Oggi, a Torino, la requisitoria del pg Gandolfo, che ha chiesto condanne per i cinque imputati di abuso di ufficio, tra i quali l’ex presidente Rollandin, per il quale l’accusa si prescriverà tre giorni dopo. Il suo difensore: “rincorsa accusatoria".
Palazzo di giustizia di Torino
Cronaca

A quasi quattro anni dalla sentenza del Tribunale di Aosta, che assolse tutti gli imputati, è iniziato oggi, mercoledì 30 maggio, dinanzi alla prima sezione della Corte d’Appello di Torino, il processo di secondo grado sui lavori di ampliamento dell’ospedale Parini di Aosta, nato dall’inchiesta dei Carabinieri “Usque Tandem”. All’udienza odierna, il procuratore generale Marco Gandolfo ha chiesto la condanna per tutti e cinque gli accusati di abuso d’ufficio.

Si tratta dell’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, dell’impresario Giuseppe Tropiano, del progettista Serafino Pallù e degli ingegneri Alessandro De Checchi e Paolo Giunti. Dopo che la parola è passata agli avvocati difensori, l’udienza è stata aggiornata al prossimo 7 giugno, data in cui è attesa la sentenza.

La tesi dell’accusa

Secondo il rappresentante della Procura generale, che ha tenuto una requisitoria durata circa un quarto d’ora, dalla vicenda dei lavori di allargamento del nosocomio è scaturito “un ingiusto vantaggio patrimoniale”. Per il magistrato, i fatti vanno letti nell’ottica di “un monopolio bilaterale” e di un “progetto organizzato dagli imputati”. Inoltre, si sarebbero verificati “interessi di favoritismo”, dai quali è generato un “danno ingiusto per gli esclusi dall’appalto”. Le condanne chieste sono di un anno e sei mesi di reclusione per Rollandin, un anno e otto mesi per Tropiano, due anni per Pallù, un anno e sei mesi per Giunti ed un anno e otto mesi per De Checchi. Ad aprire il processo era stata la relazione del presidente Elisidoro Rizzo.

La difesa Rollandin: “rincorsa accusatoria”

La data fissata per il rinvio dell’udienza, il 7 giugno, precede di soli tre giorni la prescrizione del capo d’imputazione che coinvolge l’ex presidente Rollandin. Il suo difensore, l’avvocato Giorgio Piazzese, al termine dell’udienza ha parlato di “rincorsa accusatoria degli inquirenti” al suo cliente, attuata “attraverso l’iscrizione di notizie di reato e modifiche dei capi di imputazione per arrivare a un addebito di poca entità”. Per il legale, “la fissazione della data della sentenza a pochi giorni dalla prescrizione significa che la Corte di Appello non vuole assumersi la responsabilità di far prescrivere il processo”.

Il giudizio di primo grado

Gli imputati del processo odierno erano stati assolti dal gup aostano Giuseppe Colazingari il 24 novembre 2014, al termine del primo grado di giudizio, che li aveva visti optare per il rito abbreviato, perché “il fatto non sussiste” o “non costituisce reato”.

La Procura di Aosta aveva contestato il concorso in abuso d’ufficio a Rollandin, Tropiano e Pallù, relativamente agli atti esecutivi della delibera della Giunta regionale con cui era stato contratto l’“acquisto di cosa futura” del parcheggio pluripiano dell’ex Residence Mont Blanc. In particolare, tra il provvedimento dell’Esecutivo di approvazione, nel novembre 2013, dello schema di contratto per la compravendita del parcheggio dell’ospedale dalla “Saint-Bernard srl” e l’accordo effettivamente sottoscritto mancavano una paginetta e una clausola in più. Differenze (spiegate dall’allora presidente della Regione, in alcune brevi dichiarazione spontanee, come “un errore della macchina. Io non ho avuto alcun ruolo attivo se non quello di firmare l’atto che mi è stato dato”) che sarebbero andate a totale vantaggio della ditta venditrice di Tropiano e Pallù.

Per gli inquirenti, coordinati all’epoca dal pm Daniela Isaia, era dunque stato violato il “principio di imparzialità e di buon amministrazione”, procurando intenzionalmente “un ingiusto profitto e rilevante vantaggio patrimoniale alla società ‘Saint-Bernard srl’ sottoscrivendo, Rollandin e Tropiano, un contratto di acquisto di cosa futura per il corrispettivo di 16.900.000 euro”. L’altra ipotesi di concorso in abuso d’ufficio riguardava Pallù, De Checchi, Giunti e Tropiano, relativamente alla costruzione del tunnel tra il parcheggio a nord di via Roma e quello a sud.

L’inchiesta della Procura aostana, condotta dai Carabinieri, era scaturita da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche svolte sia in altri procedimenti, sia nell’ambito dell’indagine “Tempus Venit”, su dei tentativi di estorsione ai danni di imprenditori aostani (tra i quali Tropiano). Il pm Isaia aveva chiesto condanne per tutti gli imputati (riprese, nell'entità, dal pg Gandolfo nell'udienza odierna a Torino).

Il giudizio al Tribunale di Aosta aveva visto anche un’imputazione di “concorso in turbativa d’asta”, legata alla gara d’appalto dei “Servizi di ingegneria e architettura per la definizione ed esecuzione dei lavori di ampliamento e ristrutturazione dell’ospedale”. Il ricorso in appello dell’allora procuratore capo Marilinda Mineccia era stato effettuato, tuttavia, esclusivamente sulle assoluzioni per abuso d’ufficio.

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