Pd, in 75 chiedono il congresso. Il segretario: “Sarà in ottobre ma qui l’obiettivo è un altro”

In 75, guidati da Giovanni Sandri, chiedono la convocazione “al più presto” del congresso per “avere una segreteria forte e ricominciare così a parlare agli iscritti”. Deval: “Si sta cercando di portare avanti un progetto politico diverso".
Nella foto da sx Giovanni Sandri, Anita Monbello, Sara Timpano, Matteo Pellicciotta e Antonella Barillà
Politica

E’ guerra aperta fra i 143 iscritti del Partito democratico o almeno fra una parte di essi. In 75, guidati da Giovanni Sandri, chiedono la convocazione “al più presto” del congresso per “avere una segreteria forte e ricominciare così a parlare agli iscritti”. Gli altri 68, guidati dall’attuale segretario Irene Deval, rispondono: “Il congresso ci sarà a ottobre, abbiamo già chiesto l'autorizzazione al nazionale, ma la verità è che qui si sta cercando di portare avanti un progetto politico criptato e differente”.

Le due posizioni si sono incontrate e scontrate questa mattina in due conferenze stampa che si sono susseguite nella sede del Partito democratico di Corso Battaglione ad Aosta.
La prima, convocata nel tardo pomeriggio di ieri da Sandri, era stata inizialmente annullata dal segretario regionale che in una nota sottolineava come “il Dottor Sandri non ha titolo ad usare la sigla del Partito Democratico della Valle d'Aosta non ricoprendo alcun ruolo all'interno degli organi dirigenti del partito”.

“Vogliamo il congresso per il bene del partito democratico” sottolinea Sara Timpano fra i 75 firmatari della richiesta snocciolando i dati, in calo, sugli iscritti: 196 nel 2015, 143 nel 2016. “Abbiamo sicuramente un problema di radicamento e affrontarlo attraverso il congresso è lo strumento migliore e idoneo. L’attuale segreteria non ha la forza per fare questo tipo di ragionamento”.

Ad appoggiare la richiesta di congresso: il 30% dei segretari dei circoli, i tre membri dell’Assemblea nazionale Pellicciotta, Barillà e Monbello ma anche il capogruppo del Comune di Aosta e il sindaco del capoluogo. Quest’ultimo ha voluto ribadire in un messaggio letto durante la conferenza che se l’intenzione è di “cambiare la maggioranza al Comune  bisogna tornare alle urne”. Proprio il documento votato nell’ultima direzione – 13 a favore e 5 contrari – che sancisce l’alleanza fra Uv, Pd e Epav e che verrà presentato nel pomeriggio sembra uno dei nodi della discordia fra le due fazioni. Il gruppo di 75 spiega di stare “lavorando ad un progetto, un programma e siamo convinti che sia necessario trovare una maggiore coesione possibile fra le forze autonomiste e riformiste ma partendo dai contenuti” e lamenta “un problema di metodo sulle scelte”. Sotto attacco il segretario Irene Deval che nelle scorse primarie del Pd aveva appoggiato la mozione Orlando, risultata poi perdente e che secondo i 75 firmatari avrebbe dovuto fare un passo indietro.

Accuse che la segretaria respinge al mittente, soprattutto di Centoz. “Il mandato rimane quello di portare il congresso a ottobre – ribadisce Deval –  chi chiede un congresso prima, intanto non vuole fare le primarie, vuole fare un confronto di carattere più ristretto e c’è da domandarsi se l’intenzione non è quella di cambiare l'indirizzo politico che la precedente assemblea formata da Fulvio Centoz ha dato”. Il consiglio ai 75 firmatari è, quindi di “chiedere la convocazione dell’Assemblea. Chi pensa di cambiare il mandato politico espone il proprio disegno e vede se ha i voti. Forse però non viene fatto perché i voti non ce li hanno e perché non vogliono esporre la strategia politica”.

La segretaria spiega, quindi, che le richieste e le garanzie chieste dal primo cittadino nel documento che verrà siglato fra UV, Pd e Epav, “sono state tutte accolte” e che “nessuno vuole scardinare il Comune di Aosta, chiedendogli di ritirare le deleghe”. Anche se poi ribadisce come un “comune non sta in piedi su una sola colonna" e che "se fossi il presidente del Milan non sosterrei il tesoriere dell'Inter".

Infine Deval parlando dei 75 come "minoranze che lavorano per disgregare" chiosa: "L'elettorato ne ha le scatole piene delle lotte intestine". 

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