Monte Bianco, la cresta dei Cosmiques si sbriciola e finisce sul ghiacciaio

È accaduto verso le 11 di ieri, mercoledì 22 agosto, ma dei crolli di pietre si erano già verificati la sera prima. Il Pghm intervenuto per un sorvolo, ma non si registrano persone coinvolte. Itinerario sconsigliato per questa stagione almeno.
L'impressionante crollo, nella foto del PGHM di Chamonix.
Cronaca

È considerata un “must” dell’alpinismo sul Monte Bianco, o la “fabbrica” di generazioni di guide di Chamonix, ma da ieri, mercoledì 22 agosto, è meglio scegliere altri itinerari. Parliamo della cresta dei Cosmiques (3.840 mt.), sul versante francese del massiccio. Attorno alle 11 del mattino, un’impressionante porzione di roccia, nel punto che gli alpinisti chiamano “Le Rappel”, dopo lo sperone dei Cosmiques, è letteralmente crollata, finendo sui ghiacci sottostanti.

L’immagine scattata dal Peloton de Gendarmerie de Haute Montagne, intervenuto per un sorvolo in elicottero mirato a capire se la massa avesse investito degli alpinisti lungo la sua corsa, è eloquente. Fortunatamente, le cordate presenti (meno numerose del solito, perché alcuni crolli si erano già verificati la sera prima e il pericolo era stato reso noto) si trovavano a valle o a monte del luogo del distacco e non si registrano persone coinvolte.

La quantità di materiale caduto lambisce l’itinerario che conduce al rifugio dei Cosmiques, sul ghiacciaio, ma una leggera deviazione consente di arrivare a destinazione. Né il rifugio, né il percorso verso la vetta del Monte Bianco sono minacciati dall’accaduto. Il Pghm sconsiglia invece fortemente di avventurarsi sulla cresta interessata, almeno per questa stagione, nell’attesa di capire, la prossima primavera, quale sarà il destino di questa ascensione, molto apprezzata dagli appassionati.

Secondo i media transalpini, il crollo dimostra che il surriscaldamento climatico continua a degradare la montagna. La temperatura dei ghiacci perenni aumenta e la roccia si stacca dalla parete, vinta dalla gravità. Anche se di proporzioni diverse, il fenomeno è lo stesso che, all’inizio di agosto, aveva reso il corridoio del Goûter impraticabile, per la caduta di massi. Un allarme che, con le temperature che rimangono elevate e le condizioni meteo sempre improntate al secco, non accenna a cessare: si temono nuovi crolli.

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