Mercato coperto di Aosta, 150mila euro di perdita all’anno. Il Comune cerca una soluzione

La struttura è finita oggi nel mirino della I^ Commissione consiliare. Obiettivo dichiarato: capire come fare a recuperare l'area mercato e rivitalizzare una zona ormai da anni nel cono d'ombra.
Mercato coperto di Aosta
Politica

Una media di 150mila euro di perdita l'anno, dal 2011 al 2015, con delle proiezioni sul 2016 ancora da chiudere, che comunque non sembrano incoraggianti. Problema ormai atavico del Capoluogo, il mercato coperto di Aosta è finito oggi nel mirino della I^ Commissione consiliare 'Sviluppo economico e culturale'. Obiettivo dichiarato: capire come fare a recuperare l'area mercato e rivitalizzare una zona ormai da anni nel cono d'ombra.

Tra le incognite, anzitutto due sicurezze: da un lato la proroga al 31 dicembre 2018 che allinea le licenze in scadenza ed i contratti di locazione sfasati, dall'altra la decisione dell'amministrazione comunale di non chiudere il mercato coperto. La notizia arriva dalla vicesindaca, con delega assessorile al commercio, Antonella Marcoz, che aggiunge anche una novità interessante riguardo l'interesse privato che potrebbe esserci in un eventuale 'project financing': “La nostra volontà – spiega – è quella di trovare soluzioni per continuare a far vivere il mercato, non c'è nessuna volontà di chiuderlo. Finora abbiamo ricevuto una lettera di interesse da parte di soggetti che hanno espresso la volontà di mettere mano al mercato, il che porterebbe alla possibilità di aprire un bando per mettere il mercato coperto a project financing. Credo che uno o più privati possano dare una risposta sia turistica che commerciale per tutta la città, vista anche la collocazione urbanistica interessante della struttura”.

Futuro del quale si parlerà nei prossimi appuntamenti in Commissione, anche se per ora i numeri restano impietosi: ad oggi i 'box' occupati tutti i giorni (i banchi con strutture in muratura al piano terra) sono 10 sui 22 disponibili, mentre i 'posteggi' utilizzati al centro del piano inferiore, sui 14 a disposizione sono 9, 2 dei quali occupati tutti i giorni e 7 per due giorni a settimana.

Mentre il primo piano è chiuso da tempo, il conto per le casse comunali si fa salato. Nel 2011 ci sono stati 202mila 304 euro di costi a fronte dei 62mila 475,68 di ricavi. Non meglio il 2012 (201mila 545,45 contro i 64mila 226,25 di introiti), continuando sulle stesse medie anche nel 2013 (196.675,30 spesi, 61.524,49 incassati), nel 2014 (204.197,61 contro 53.977,57) e nel 2015 (188.881,30 a fronte di un ricavo di 43.760,05 euro). A colpire, oltretutto, sono i 77mila 303,96 euro di media annua degli interventi che la dirigente Elisabetta Comin ascrive a “Spese di manutenzione ordinaria o correlati a necessità di regolarizzazione del Certificato di prevenzione incendi e di lavori sugli impianti elettrici”. Nessuna morosità con gli attuali locatari, al tutto si aggiungono però vecchi debiti, ormai irrecuperabili: “Siamo a posto con attuali utilizzatori – prosegue Comin – ma ci trasciniamo dietro importanti morosità pregresse di alcuni operatori dal valore anche di 20/30mila euro circa”.

Un lavoro in salita per la I^ Commissione, con la minoranza consiliare che promette di essere propositiva ma di tenere alzata la guardia: “Il rilancio economico della zona è importante – ha spiegato Andrea Manfrin, Lega Nord – e non vogliamo creare un supermercato in pieno centro che metta in crisi tutto il commercio della zona. È fondamentale poi dare una caratteristica alle attività all'interno, soprattutto legato a prodotti enogastronomici locali e non a kebab e ristoranti cinesi”. Luca Lotto, MoVimento 5 Stelle, chiede un lavoro strutturale su tutta l'area: “È una zona importante che dovrebbe iniziare ad essere presa in seria considerazione nel suo complesso, non vorrei soluzioni che esulano dal fatto che lì c'è il Maria Adelaide abbandonato ed il Puchoz, che non si sa bene cosa sia. Questi numeri sono un 'bagno di sangue'”. Giuliana Lamastra, Alpe, punta sulla promozione: “Molti giovani artigiani magari non sanno della possibilità di avere un box in quell'area, che anche se al momento è degradata potrebbe essere una vetrina interessante”.

Soluzione non praticabile, dal momento che non c'è la possibilità di dare nuove concessioni fino a fine 2018. La chiusa tocca al Presidente del Consiglio comunale Michele Monteleone. “Esistono progetti a tutto campo sulla zona che risalgono a 8/9 anni fa. Il programma di questa maggioranza prevede espressamente la riqualificazione della zona e non un 'intervento spot' solo sulla struttura. Abbiamo delle idee di rilancio, le condivideremo in maggioranza e poi in questa Commissione”.

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