Bonetti assolto nel processo nato dal secondo filone di indagini su certificati e abusi

Il medico arrestato il 28 marzo 2017 dalla Guardia di finanza era accusato di una presunta violenza sessuale su una donna in cura e, in concorso con cinque pazienti, di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e falsa attestazione.
Dottor Marco Bonetti
Cronaca

Nel processo nato dal secondo filone delle indagini sullo psichiatra aostano Marco Bonetti, arrestato il 28 marzo 2017 dalla Guardia di finanza, il medico, assieme a cinque suoi pazienti, è stato assolto oggi, mercoledì 11 aprile, dal Gup Giuseppe Colazingari “perché il fatto non sussiste”. L’ex “numero 2” del reparto di psichiatria dell’Usl, andato in pensione due mesi prima di finire in manette, era accusato, in questo procedimento, di una presunta violenza sessuale su una donna in cura e – in concorso con altre cinque persone rivoltesi a lui – di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e falsa attestazione o certificazione.

Nell’udienza di stamane, celebrata per tutti con il rito abbreviato, Il pubblico ministero Luca Ceccanti, titolare dell’inchiesta, aveva chiesto per il professionista aostano, 3 anni di carcere e mille euro di multa. Un anno e mille euro era invece stata la richiesta dell’accusa per ognuno dei pazienti imputati con lui. Secondo gli inquirenti, l’abuso della donna in cura da Bonetti da anni era consistito, in tre diverse occasioni tra la fine di ottobre e l’inizio di dicembre 2016, in “ripetuti baci sulle labbra ed altre effusioni”, “numerose carezze in ogni parte del corpo e toccamenti”.

Relativamente alle altre imputazioni, la tesi accusatoria era che i pazienti (tutti in servizio, all’epoca dei fatti loro addebitati, in seno alla Polizia penitenziaria) avessero istigato, o determinato lo psichiatra ad emettere documentazione medica ritenuta falsa, con particolare riferimento a tredici attestazioni, tra l’agosto 2015 e il novembre 2016, riguardanti sia “stati patologici insussistenti”, sia l’assunzione di terapie farmacologiche a base di psicofarmaci, antidepressivi e ansiolitici, “in realtà non seguite” dai destinatari dei certificati. Come nell’altro processo che lo riguarda, ancora in corso, il medico aostano, ancora agli arresti domiciliari, era assistito dagli avvocati Massimo Balì e Jacques Fosson.

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