La battaglia milionaria per l’adeguamento delle tariffe dei bus torna al Consiglio di Stato

Savda è tornata a rivolgersi al Consiglio di stato chiedendo ai giudici di dichiarare nulla la delibera del settembre scorso con cui la Regione aveva provveduto ad adeguare le tariffe e di condannare la Regione ad un risarcimento danni.
Cronaca

Probabilmente i giudici del Consiglio di Stato potrebbero scrivere un libro – non molto appassionante – sullo scontro, in corso da oltre 14 anni, fra l’Amministrazione regionale e la Savda per la determinazione delle tariffe del trasporto pubblico locale fra il 1982 e il 2001. Il materiale certo non manca. Dopo quattro sentenze dei giudici amministrativi di secondo grado – la prima nel 2009 –  tutte a favore della società passata in mano al gruppo anglo-tedesco Arriva, la querelle ritorna nelle aule giudiziarie. L’ultimo provvedimento del Consiglio di Stato risale al maggio scorso e sembrava aver messo la parola fine al contenzioso.

La Regione, secondo quanto stabilito, aveva infatti tre mesi di tempo per determinare le tariffe di trasporto pubblico locale "con cadenza annuale" per il periodo 1982-2001. In caso di inadempienza scattava la nomina di un commissario ad acta individuato dai giudici nel Segretario generale della Regione che doveva farsi carico di adottare la necessaria delibera entro 45 giorni, pena un ulteriore ricorso di Savda. Ricorso che puntuale è scattato nel novembre scorso. La società di trasporto pubblico locale è tornata a rivolgersi al Consiglio di stato chiedendo ai giudici di dichiarare nulla la delibera del settembre scorso con cui la Regione aveva provveduto ad adeguare le tariffe. In particolare la Giunta, prendendo a riferimento il livello tariffario all'epoca in vigore sul sistema ferroviario, ha previsto un aumento dell’1% solo per gli anni 1983, 1984 e 1989 e dell’1,5% per il 1992.

Una decisione che evidentemente non è piaciuta a Savda che è quindi tornata a bussare alle porte del Consiglio di Stato chiedendo, inoltre, la condanna della Regione al risarcimento dei danni (negli scorsi giudizi la richiesta era di oltre 20 milioni e mezzo di euro) per il mancato adeguamento delle tariffe e la nomina di un commissario ad Acta.

Pretese giudicate inaccettabili dalla Regione che ieri ha deciso, con una delibera di Giunta, di costituirsi in giudizio affidando la difesa all’Avvocato Francesco Saverio Marini. L'uscita del nuovo capitolo della saga è attesa nei prossimi mesi. 

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