Inchiesta sul Casinò: i finanziamenti (e le delibere) su cui indaga la Procura

L'avviso di garanzia a Rollandin e Baccega deriva dall’essere stati Assessore alle finanze. Assieme ad Ego Perron, già indagato ed anch'egli ex responsabile delle casse regionali, avrebbero procurato un “ingiusto profitto” alla Casa da gioco.
Cronaca

E’ legata ai loro precedenti incarichi da Assessore regionale alle finanze l’ipotesi di concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per cui la Procura di Aosta ha indagato, nell’ambito dell’inchiesta sui finanziamenti al Casinò, Augusto Rollandin e Mauro Baccega. Gli attuali Consigliere regionale ed Assessore alle opere pubbliche si sono così aggiunti all’altro “ex” del primo piano di piazza Deffeyes, Ego Perron, destinatario di un avviso di garanzia per la stessa accusa, nel giugno 2017.

Ognuno dei tre si è trovato a rivestire la responsabilità delle casse regionali (Rollandin, in una breve parentesi “ad interim” da Presidente della Regione) nel momento dell’approvazione, da parte della Giunta di piazza Deffeyes, delle deliberazioni che hanno attratto l’attenzione degli inquirenti, vale a dire quelle sui finanziamenti a favore della Casa da gioco da 50 milioni (20 luglio 2012) e da 10 milioni di euro (20 settembre 2013), sull’aumento di capitale per 60 milioni (23 ottobre 2014) e su un altro mutuo da 20 milioni (10 dicembre 2015).

Per il pubblico ministero Eugenia Menichetti, titolare del fascicolo, i tre indagati, “consapevoli della reale situazione economico-patrimoniale del Casino de la Vallée e della inconsistenza dei piani di sviluppo”, avrebbero procurato alla società di gestione della Casa da gioco “un ingiusto profitto”, rappresentato proprio dalle erogazioni stabilite da quegli atti.

Le approvazioni di quei finanziamenti, stando agli accertamenti della Procura diretta da Paolo Fortuna, delegati al Nucleo di polizia economico-finanziaria di Aosta della Guardia di finanza, sarebbero legate, quale loro conseguenza, all’azione degli altri indagati per la stessa fattispecie di reato – i due amministratori unici del Casinò Luca Frigerio (dal 2008 al 2015) e Lorenzo Sommo (dal 2015 al 2017) ed i membri del collegio sindacale Laura Filetti, Fabrizio Brunello e Jean-Paul Zanini (un quarto componente, Aurelio Verzì, è deceduto nell’agosto 2017) – che avrebbero indotto “in errore con artifici e raggiri, la Regione Autonoma Valle d’Aosta, che deliberava i finanziamenti e la sua partecipata Finaosta”.

In particolare, per gli amministratori e sindaci della Casa da gioco la Procura ipotizza che abbiano dissimulato nei bilanci “la reale consistenza delle perdite (in modo da poter formulare piani di sviluppo in realtà irrealizzabili) e la prospettiva negli anni a seguire di conseguire ulteriori risultati negativi di esercizio”.

Le operazioni deliberate dalla Giunta regionale e rientranti nell’ipotesi di ingiusto profitto, delle quali il Pubblico ministero avrebbe voluto chiedere a Rollandin e Baccega nell’interrogatorio per cui li aveva invitati a presentarsi ieri, lunedì 5 febbraio (ma entrambi, come gli altri indagati, hanno scelto di non comparire in questa fase dell’inchiesta, non ancora chiusa), sono consistite, nel dettaglio: nel mandato a Finaosta per “la stiupla di due operazioni di mutuo a favore del Casinò destinate al finanziamento parziale del piano di sviluppo della Casa da gioco e del complesso alberghiero per 50 milioni di euro” (luglio 2012); in un altro “input” alla finanziaria regionale per un mutuo da 10 milioni della gestione speciale Finaosta, per finanziare i “maggiori oneri del piano di sviluppo”, al “tasso del 6%, poi rideterminato nell’agosto del 2014 al 3,28% e nel dicembre 2014 all’1%” (settembre 2014); nell’aumento di capitale da 60 milioni di euro (ottobre 2014) e in un’altra operazione della gestione speciale Finaosta, da 20 milioni di euro, al tasso dell’1% (dicembre 2015). Il totale ammonta a 140 milioni di euro, la stessa cifra per cui la Procura regionale della Corte dei conti, nell’indagine contabile da cui è scaturito il filone penale, ha inviato inviti a dedurre, nel giugno dello scorso anno, a ventuno tra ex ed attuali consiglieri regionali e ad un dirigente dell’Amministrazione regionale.

Nuovamente sulla parte di competenza degli uffici di via Ollietti, inoltre, secondo gli inquirenti gli indagati nell’inchiesta sulle erogazioni al Casinò avrebbero “commesso atti idonei diretti in modo univoco ad acquisire ulteriori finanziamenti nel corso del 2017”.

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