In un oggetto rinvenuto assieme alle ossa, una traccia per risolvere il mistero di Saumont

Di cosa si tratti non è finora trapelato, ma grazie ad esso ha preso corpo, tra le possibilità vagliate dagli inquirenti, la figura di un aostano del quale non si hanno notizie da circa tre anni. L'ultima parola spetterà agli esami medico-legali.
Carabinieri (foto d'archivio)
Cronaca

Per gli inquirenti impegnati nel caso dei resti umani trovati ad Aosta, nell'area militare di Saumont, gli esami medico-legali che la Procura disporrà a partire da domani, lunedì 15 gennaio, assumono importanza cruciale, nell'ottica di avvalorare, o meno, una ipotesi sviluppata, a livello investigativo, sin dall'emergere del mistero e cresciuta significativamente col passar delle ore.

E' legata ad un oggetto, di cui finora non è trapelata l'esatta natura, trovato anch'esso vicino al cranio, al femore e agli altri frammenti ossei in cui è incappato un Alpino impegnato, nella tarda mattinata di giovedì 11 gennaio, in addestramenti tattici. Un indizio di elevato valore, perché in grado di rimandare in modo diretto, quasi come un “biglietto da visita”, alla persona cui apparteneva.

Nello scenario ricomposto dagli inquirenti ha così preso forma, tra le altre possibilità vagliate, la figura di un aostano del quale mancano notizie da tempo, circa tre anni. Un uomo anziano, che a volte viaggiava, tanto che all'epoca della sua “scomparsa” alcuni conoscenti avevano guardato proprio all'estero, pure per l'assenza di particolari suoi legami in Valle, se non una parente (con la quale i contatti non erano peraltro assidui), già rintracciata e sentita dagli investigatori.

Se sulla conferma dell'identificazione, l'analisi genetica delle ossa rinvenute potrà essere dirimente, dal lavoro del medico-legale i Carabinieri del Nucleo investigativo attendono anche contributi ed indicazioni utili a fare luce sulla natura della morte.

I resti umani sono stati “restituiti” da una vegetazione normalmente inaccessibile, fitta e spinosa, che è stata appiattita e diradata dalle precipitazioni abbondanti dell'ultimo periodo. Per quanto tempo arbusti e rovi le hanno “protette”? Possono, pioggia e neve abbattutesi su Aosta nelle scorse settimane, aver indotto crolli di materiale, compresi magari quei frammenti ossei, dall'irta parete rocciosa che sovrasta quell'angolo della radura, sul lato opposto al torrente Buthier?

Domande destinate a finire, assieme all'input di cercare qualsiasi altro eventuale segno rivelatore delle cause di morte (le ipotesi maggiormente accreditate sono, al momento, l'evento accidentale o il gesto volontario, suicida), nell'incarico di perizia che il pm Luca Cecccanti affiderà a breve al medico-legale Mirella Gherardi. La sostanza delle risposte, ma anche già la quantità di quelle che il laboratorio potrà fornire, farà la differenza.

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