“Il nostro matrimonio in terra norvegese dopo due anni è valido anche in Italia”

Il Comune di Aosta venerdì scorso ha trascritto nel registro delle unioni civili il matrimonio contratto a Oslo da due giovani aostani. E' la seconda trascrizione mentre l'8 ottobre sarà celebrata da parte del sindaco la prima unione civile.
Immagine di archivio
Società

Il loro "sì" l'avevano già pronunciato nel novembre del 2014 a Oslo. Per questo due giovani aostani Marco e Luca – i nomi sono di fantasia – venerdì scorso hanno deciso di non festeggiare la trascrizione, da parte del Comune di Aosta, del matrimonio celebrato all'estero. "Abbiamo mandato mia mamma a ritirare il certificato perché entrambi lavoravamo" racconta Marco. Il registro aostano ad oggi conta un’altra trascrizione mentre il prossimo 8 ottobre è in programma la prima celebrazione ufficiale da parte del sindaco del Capoluogo, Fulvio Centoz. "La festa c'era già stata due anni fa con amici e parenti. Certo oggi c'è tanta soddisfazione perché finalmente l'Italia ci riconosce dei diritti". 

L'idea del matrimonio arriva ai due aostani nel 2014 quasi per caso. “Avevamo in programma un viaggio di piacere in California e parlandone con gli amici qualcuno ha cominciato a dire “allora andate a sposarvi a San Francisco”. I due aostani si lanciano, quindi, in una serie di ricerche sul web per capire il variegato mondo dei matrimoni omosessuali all’estero. “In California il problema era che il certificato veniva rilasciato a distanza di due settimane, così abbiamo iniziato a guardare con attenzione a New York” raccontano i due ragazzi. I preparativi si mettono in moto con i primi inviti informali a parenti e amici.

“A questo punto è uno zio a suggerirci di andare alla ricerca di un paese europeo per consentire a più persone di esserci accanto in questo momento importante”. A pochi km da Aosta c’è la Francia dove i matrimoni vengono celebrati da tempo ma è però richiesto che uno dei due futuri sposi sia residente. La scelta ricade infine sulla Norvegia. ”E’ l’unico paese in Europa che non crea problemi burocratici, inoltre su internet troviamo una mini guida”.

I due aostani scoprono nella Norvegia un pianeta alieno. “La documentazione è tutta online e già tradotta in inglese, basta compilarla, spedirla via posta e due settimane dopo hai in mano la licenza matrimoniale da parte del tribunale di Oslo” racconta Marco. Il tutto gratuitamente.

A chiedere soldi ai due futuri sposi è l’Italia: 300 euro circa fra marche da bollo e la traduzione giurata di alcuni documenti richiesti dal paese nordico. Anche la celebrazione del rito in terra norvegese nel novembre del 2014 riserva un’altra sorpresa ai due aostani. 
“All’interno del tribunale c’è una sala attrezzata con tanto di fiori e il giudice, con l’abito ufficiale, più che leggerci norme di legge come avviene in Italia, recita – si può scegliere in norvegese con traduttore o in inglese –  una sorta di sermone ricordando i diritti e doveri della coppia”. Dieci giorni dopo il rientro in Valle d’Aosta i due sposi hanno già in mano il certificato di matrimonio che provano a farsi riconoscere in Italia. Si appellano in particolare ad una norma del codice civile chiedendo al Comune di Aosta la trascrizione dell’unione ma ottengono un rifiuto.  Nel maggio scorso l’Italia approva la legge sulle unioni civili e venerdì scorso, dopo aver atteso quasi due anni, il matrimonio norvegese degli aostani può dirsi valido anche nel nostro paese.

“La trascrizione del matrimonio è la strada più complessa, sarebbe stato più semplice celebrare una nuova unione  ma per noi era una questione di principio” sottolinea Marco. Approvata la legge mancavano infatti i decreti attuativi, i documenti amministrativi e in ultimo l’adeguamento dei software. “Viviamo insieme da tempo ma fino a giovedì scorso per la legge italiana eravamo dei perfetti sconosciuti”. 

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