Il maltempo li rallenta sul Cervino. Ma gli alpinisti riescono a mettersi in salvo dopo l’allarme

Una coppia di russi, uomo e donna, stava salendo verso la capanna Carrel, a 3.830 metri. Un acquazzone li ha messi in difficoltà ieri sera. L’elicottero ha trasportato le guide al bivacco, dove i due erano arrivati nella notte.
Elisoccorso (foto d'archivio)
Cronaca

Il loro obiettivo era verosimilmente la capanna Carrel, a 3.830 metri sul Cervino, ma il temporale, previsto dai bollettini, ha rallentato la loro marcia. Così, attorno alle 22.30 di ieri, venerdì 18 agosto, è scattato l’allarme al 112. Una richiesta di aiuto complessa, sia per l’ora, sia perché priva di coordinate gps e di indicazioni precise sul punto in cui si trovavano gli alpinisti in difficoltà, un uomo e una donna di nazionalità russa.

La sola indicazione data all’operatore era che la coppia si trovava in “una zona sotto capanna Carrel”. La stima del Soccorso Alpino Valdostano era che i due fossero a circa 3600-3800 metri di altitudine. Un tratto della via verso la vetta insidioso, perché prevede di percorrere diverse “corde”, oltretutto in presenza di condizioni meteo a base di vento forte e nubi

Stamane, l’elicottero della Protezione civile si è spostato in piazzola a Cervinia, in attesa che le avversità si diradassero, consentendo un sorvolo. Nel mentre, una squadra composta da tecnici del SAV e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza del Breuil è stata formata ed era prossima a partire via terra, in alternativa al soccorso dal cielo. Alle prime luci dell’alba, tuttavia, “Sierra Alfa 1” è riuscito a decollare, volando verso la Carrel.

Le guide sono state vericellate al bivacco, dove hanno trovato i due alpinisti, che erano riusciti a raggiungerlo, non senza difficoltà. Ancora completamente bagnati ed evidentemente spossati, hanno riferito di non aver comunque bisogno di soccorso. Un episodio, fortunatamente senza conseguenze per i protagonisti, che rilancia l’importanza della valutazione delle previsioni meteo prima di un’ascensione, oltretutto in un’estate in cui si susseguono i recuperi di alpinisti non in grado di continuare le loro ascensioni per stanchezza o disorientamento.

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