Governo regionale, Uv e Uvp, la rabbia degli esclusi: “Pura ottica spartitoria”

Critica anche, nei confronti della nuova maggioranza regionale annunciata ieri, la posizione del Pd: "L'unico collante sembra la voglia di andare al governo per occupare le poltrone”.
Consiglio regionale
Politica

Governo regionale, il giorno dopo arrivano le reazioni. A partire dai “grandi esclusi” dell’Union Valdôtaine, attualmente destinati all’opposizione in Consiglio Valle. In una nota il Mouvement scrive: “Le recenti notizie, riportate dai media, prefigurerebbero il tentativo di dare vita a una maggioranza debole, composta da forze politiche estremamente eterogenee. L’Union Valdôtaine vede in questa operazione la volontà di costruire una maggioranza raccogliticcia, cercando di far forzatamente convivere al suo interno posizioni politiche del tutto antitetiche in una pura ottica spartitoria”.

Sul “banco degli imputati” dell’Uv, come prevedibile, Emily Rini: “Il Comité Fédéral e il Gruppo degli eletti prendono atto che tale operazione sarebbe possibile solo reggendosi sulla decisione, appresa dagli organi del Movimento attraverso la stampa, di Emily Rini di abbandonare l’Union Valdôtaine, malgrado gli impegni da lei sottoscritti al momento della sua candidatura. L’UV ritiene che, in questa fase di larga frammentazione politica, sia necessaria un’assunzione di responsabilità volta ad assicurare un progetto politico serio, ampio e condiviso, in grado di garantire una effettiva stabilità alla Valle d’Aosta”.

Già ieri, nel tardo pomeriggio, era stata invece l’Union Valdôtaine Progressiste – l’altra forza su cui gravava il “veto” dei 18, a smarcarsi: “L’Uvp annuncia la sua estraneità a qualsiasi tipo di progetto che abbia questo metodo e questa forma non partecipata a livello di contenuti e respinge qualsiasi tipo di coinvolgimento prettamente numerico o di spartizione che prescinda dal rispetto delle sensibilità e dalle proposte di cui ogni forza politica può essere portatrice”.

La chiusa del “Leone dorato” somiglia a quello dei “cugini” del Mouvement: “La Valle d’Aosta, come dichiarato da più parti, ha necessità di un governo stabile e di un progetto politico condiviso che garantisca governabilità e che non sia solo una somma di interessi di parte eterogenei o di ambizioni prettamente personali”.

Non meno critica la versione del Partito Democratico, fuori dai giochi in piazza Deffeyes ma molto critico sulla nuova maggioranza annunciata ieri: “Bene per la Valle d’Aosta che si eviti uno stallo istituzionale, ma i presupposti iniziali ci lasciano molto dubbiosi: l'alleanza è composita ed è difficile pensare di vedere al lavoro forze che si sono sempre dette autonomiste e di sinistra, in particolare Mouv' e Alpe, con la Lega. La Lega di Salvini che scheda le persone in base all'etnia e lascia i bambini in mezzo al mare. Aspettiamo di vedere le proposte programmatiche, ma al momento l'unico collante sembra la voglia di andare al governo per occupare le poltrone”. Un “cambiamento”, scrive ancora il Pd nella sua nota, che è “solo a parole, alla conquista delle poltrone”.

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