“Giù le mani dalle nostre acque”, la raccolta firme contro la quotazione di Cva prosegue alla Fiera

Dal mattino presto, in ambedue i giorni della Fiera di Sant'Orso il comitato Giù le mani dalle nostre acque e dalla Cva sarà in centro ad Aosta, tra gli artigiani e gli espositori della “Millenaria”.
Comitato Giù le mani dalle nostre acque e dalla Cva, Tania Piras e Paolo Gino
Politica

Dal mattino presto, in ambedue i giorni della Fiera di Sant'Orso il comitato Giù le mani dalle nostre acque e dalla Cva sarà in centro ad Aosta, tra gli artigiani e gli espositori della “Millenaria”.

L'obiettivo, primo, è quello di continuare la raccolta firme per il Referendum consultivo contro la quotazione in borsa di Cva, ma non solo: “Ci sono ancora quasi tre mesi di 'agonia' in Consiglio regionale – ha spiegato Paolo Gino in conferenza stampa – e la nostra intenzione è quella di chiedere ai consiglieri di minoranza come Bertin, Padovani, Cognetta e Gerandin di presentare ancora la richiesta di moratoria, chiedere cioè alla giunta di sospendere l'iter di quotazione della Compagni Valdostana della Acque, l'unica cosa che si può fare in questo momento”.

Percorso che sta andando avanti, contesta Gino: “Che si sciolga il Consiglio e che si insedi quello nuovo, l'iter in realtà continua come uno 'schiacciasassi' e non ne sappiamo nulla. Vogliamo chiedere all'assessore alle Finanze o al Presidente della Giunta che tutti gli atti che non sono stati resi pubblici, ovvero quanto denaro di tutti è stato speso per l'iter di quotazione, lo diventino”.

Prosegue, intanto anche la raccolta delle firme: “Stiamo continuando a raccoglierle – spiega invece Tania Piras – e tanta gente sostiene questa lotta, ha preso posizione anche il Senatore Dujany, per preservare le nostre acque, anche perché c'è la scadenza delle concessioni in arrivo e abbiamo acceso un faro su un argomento importante. Al momento, ma le ultime sono ancora da contare, abbiamo raccolto circa 3mila 700 firme”.

“La valutazione di Cva doveva terminare a novembre – chiude Sandro Bortot – ma è evidente che rimandano perché il Consiglio non vuole decidere la privatizzazione prima delle elezioni regionali. Sanno che l'opinione pubblica è contraria, quindi vogliono rimandare alla prossima legislatura, per evitare un ritorno d'immagine negativo negli appuntamenti elettorali di quest'anno”.

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