Estate, tempo di feste e di sballi: ecco come i nostri figli possono divertirsi anche senza eccessi

Nella sua rubrica "Basta un po' di educazione" Licia Coppo ci spiega come equilibrare il legittimo desiderio di libertà dei figli adolescenti con un po’ più di impegno e collaborazione in famiglia.
Basta un po’ di educazione

Ci siamo. Le vacanze estive dalla scuola sono arrivate. C’è chi le attende con attesa – i nostri figli di certo – come uno spazio più leggero, senza le solite corse tra scuola, sport, musica, compiti…e chi lo vive come un incubo. Ci sono genitori con bambini piccoli che hanno un Summer Planning da far invidia ai CEO di una multinazionale. Lo sappiamo, i bambini piccoli non puoi lasciarli a casa da soli, e allora vai di incastri tra nonni, centri estivi, zii, settimane trekking, laboratori di falegnameria, vicini di casa. I più disperati si appellano anche alla signora del negozietto sotto casa. Eh sì, perché coi bambini piccoli è un gran casino. Con i grandi no, loro finalmente puoi lasciarli a casa da soli quando vai a lavorare. E stare tranquilla. Ah, finalmente.

Tranquilla? “Mah, mica tanto”, mi obiettano tanti genitori. Si alza tardi, sta ore davanti alla TV, si rintrona tra videogiochi e smartphone e se gli chiedo un favore mi dice che non ha tempo perché al pomeriggio deve andare in piscina con gli amici. E la sera, vai di feste! D’altronde è in vacanza…posso impedirglielo?

Ecco, se avete per casa un adolescente che ha vagamente iniziato ad emulare il life style di Gianluca Vacchi, la risposta è SI, potete impedirlo. O per lo meno contenerlo. E dosare bene, e gradatamente, il legittimo desiderio di libertà con un po’ più di impegno e collaborazione in famiglia. Essere in vacanza non significa essere un disumano occupatore della casa, che vive trascinandosi tra camera e divano, che ha il diritto solo di divertirsi, nel significato etimologico del termine, cioè “volgere altrove”. Abbiamo ancora il diritto, e il dovere, di chiedere loro di posare lo sguardo anche sui bisogni del nucleo familiare. Anzi, proprio perché è estate hanno più tempo per fare dei lavori al posto nostro.

Troppo schiavista come prospettiva? I nostri figli ce lo obbiettano da anni, ormai lo sapete. Eppure mandare messaggi chiari agli adolescenti che contengano un po’ le “pretese di libertà” e vincolino ad una sana collaborazione in famiglia ha però un duplice vantaggio: educa all’impegno e aiuta la costruzione della capacità di autoregolazione. Se non sperimento prima il rapporto con i limiti esterni, difficilmente imparerò a costruirmene di interni.

A proposito di limiti e regole, che dite se apriamo una breve riflessione sullo stile con cui i nostri ragazzi vivono i momenti di evasione al sabato sera? Feste e serate in discoteca in estate pullulano, come è normale. Ed è anche normale che, sempre appellandosi ad un sano principio di gradualità, i genitori lascino andare i figli a divertirsi, a ballare. Ma li mandano a ballare…o a sballare? Pare che il trend in crescita tra i nostri ragazzi sia quello dello #sballoalcolico, per cui la serata in discoteca può essere divertente solo se ci si ubriaca. Anzi, la moda è entrare già ubriachi, ci si compra la vodka o altra roba forte (non delle banali birrette) e “ci si spacca”. Possiamo smetterla di fare come le tre scimmiette e cominciare a dire che questo approccio al bere non solo non è corretto, ma non è neppure sano a livello fisico? Quanti sanno che l’enzima chiamato alcol-deidrogenasi, che ha il compito di distruggere l’alcool e permettere così al nostro corpo di assorbirlo senza troppi danni, è completamente assente sotto i 16 anni? E comunque non è completamente efficiente nel nostro organismo fino addirittura ai 21 anni? Eppure le ultime indagini dell’Istat sui giovanissimi ci dicono che sono “consumatori a rischio” il 21% dei maschi e il 17% delle femmine nella fascia di età 11-17 anni. Tranquilli, quell’11 anni che ho scritto non è un refuso. Avete letto bene, purtroppo. Sono troppi i giovanissimi che consumano alcol di fronte ad adulti che sottovalutano il problema.

Ma è un fenomeno che è sempre esistito. Fa parte delle trasgressioni degli adolescenti, diranno in molti.

Verissimo. Agli adolescenti il tentativo di trasgredire, a noi adulti quello di ben indirizzare. Possiamo aprire gli occhi, consapevoli delle evidenze scientifiche, e cominciare a dare dei messaggi educativi come mondo degli adulti? Far capire ai nostri ragazzi che verrà il tempo, quando saranno degli adulti, dove bere una buona bottiglia di vino rosso a cena con gli amici e una birra in compagnia è anche un bel modo per stare insieme; ma con buon senso e consapevolezza. Senza eccessi. E all’età giusta. Non nei primi anni delle superiori. E non ditemi “eh, ma la colpa è anche di chi sa che sono minori e glielo vende lo stesso”. Certo, lì c’è una grave responsabilità legale di cui rispondere. Ma la responsabilità morale di educare con i giusti messaggi rimane anche in mano a noi adulti, a noi genitori. Non possiamo delegare.

Possiamo invece iniziare a dire che a 15 anni la festa ci può essere per il semplice fatto di stare insieme agli amici, lontani dai genitori, con la musica giusta e la compagnia giusta? Io credo di sì. E ci credo così tanto che, insieme al gruppo di coraggiose società sportive dell’Area6tu, abbiamo lanciato una sfida all’area sportiva di Sarre con la Festa Analcoholic Party, dedicata ai giovanissimi; perché anche scegliere la festa giusta, nella vita, può fare la differenza.

Se volete sapere come funzionerà sabato 9 giugno la prima festa analcolica per ragazzi in Valle d’Aosta, cliccate qui!

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