Due anni di carcere e 3000 euro di multa per il pusher che riforniva i giovanissimi di marijuana

Un 24enne del Gambia, in Valle quale richiedente protezione internazionale, era stato arrestato dalla Guardia di finanza, in flagranza di reato, lo scorso 14 gennaio. Stamane, il processo, in Tribunale ad Aosta.
Tribunale di Aosta
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Viaggiavano su una chat di “Telegram”, con tanto di cancellazione automatica, le richieste dei giovani acquirenti (tra i quali anche dei minorenni) al pusher che li riforniva di Marijuana. E’ uno dei dettagli emersi stamane, al Tribunale di Aosta, nel corso del processo a carico di un ventiquattrenne del Gambia che era stato arrestato, lo scorso 14 gennaio, dagli uomini del Gruppo Aosta della Guardia di Finanza, con l'accusa di spaccio di stupefacenti. L’uomo, un migrante richiedente protezione internazionale, era in Valle da circa un anno, ospitato in un alloggio di Aosta: è stato riconosciuto colpevole e condannato a 2 anni di reclusione e 3000 Euro di multa.

Sulla richiesta di sospensione condizionale della pena si era giocato, nelle scorse settimane, il precedente “round” processuale sui fatti contestati al giovane, con il collegio giudicante iniziale a respingere la proposta di patteggiamento concordata dalle parti (l’accusa, rappresentata dal Procuratore Giancarlo Avenati Bassi, e la difesa dall’avvocato Andrea Urbica), in cui questa era prevista. 

Stamane, dinanzi ad una nuova terna di magistrati (composta dai giudici Giuseppe Colazingari, Maurizio D’Abrusco e Paolo De Paola), il Pubblico ministero aveva rinnovato la richiesta di due anni di carcerazione, con sospensione, vedendovi un elemento di deterrenza rispetto all’ipotesi di una pena più bassa, ma non sospesa. “Vedere ragazzini sfilare qui – ha detto Avenati Bassi – ci accosta alla gravità dei fatti commessi”. 

Un’attitudine accolta con favore dal legale dell’accusato, “perché consentirebbe al mio cliente di fruire della ‘condizionale’”. L’avvocato Urbica, che appreso del verdetto del Tribunale ha annunciato la volontà di fare ricorso in appello, aveva aggiunto: “per la valutazione della pena in concreto, il fatto che l’imputato non si sia nascosto, ma abbia detto ciò che è successo, va tenuto in considerazione”.

Rispondendo al Pubblico ministero durante l’udienza, l'arrestato aveva infatti sostanzialmente ammesso gli addebiti: “ho venduto Marijuana per 2-3 mesi. Andavo a Torino a rifornirmi. Ci sono stato tre volte. La prima ne ho comprata per 40 Euro, la seconda per 80, la terza ne volevo 400, ma me ne hanno data solo per 90. Da dieci grammi, ottenevo dieci bustine. La dividevo solo, non aggiungevo nulla”.

Riguardo all’età della sua clientela, l’imputato ha affermato: “vendere marijuana a giovani ragazzi non era mia intenzione. A molti di loro chiedevo l’età. Prometto di non farlo mai più”. Quanto al denaro rinvenuto nel corso della perquisizione seguita all’arresto (un migliaio di Euro in contanti), il 24enne ha spiegato trattarsi “dei proventi dello smercio e dei soldi che ricevevo ogni mese” tra le misure di accoglienza. Quanto al suo futuro, ha dichiarato, “se fossi liberato, lascerei l’Italia. Ho uno zio qui e, se glielo chiedessi, potrebbe aiutarmi ad andare via dal Paese”.

Prima dell’imputato, era comparso un sottufficiale della Guardia di Finanza, che aveva spiegato le iniziative investigative attuate dal Gruppo Aosta, dopo aver appreso dell'attività di spaccio da parte di un “cittadino extracomunitario che stazionava vicino a luoghi frequentati da giovani, anche scuole, spostandosi su una bici gialla”. 

I finanzieri lo avevano individuato da questo dettaglio. Seguendolo, dopo aver fermato due acquirenti, in altrettante distinte occasioni, erano riusciti a definire la sua identità reale (inizialmente, sapevano soltanto che si faceva chiamare Alex). In un pomeriggio di appostamenti, vicino a via Paravera, gli uomini al comando del Tenente colonnello Francesco Caracciolo avevano assistito ad uno scambio di stupefacente e denaro, decidendo di entrare in azione. In quella circostanza, il 24enne, rimasto in carcere sino all’udienza di oggi, aveva addosso quarantun dosi di "erba", confezionate come quella appena ceduta.

Tra i testimoni del processo, anche uno dei giovanissimi clienti. “Gli incontri avvenivano tramite il telefono. – ha risposto al Pm – Scrivevo io, chiedendo di potersi vedere e dicendo quale quantità volevo acquistare. Compravo della Marijuana, 10-20 euro alla volta. Lui confermava con il luogo dell’incontro. A volte era dietro la stazione, altre vicino alla Porta Praetoria. In tutto, ho comprato una decina di volte, per un totale di 180 euro, per me e per conto di amici”.

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