Champorcher, Saint-Rhémy e Saint-Vincent: avanti con lo Sprar. 24 nuovi richiedenti asilo nei Cas

Donnas attende invece una decisione dal tavolo di lavoro al Celva, che si riunirà domani, tra i Comuni coinvolti nei bandi per i centri accoglienza. Follioley: "Bisogna anche vedere se ci sarà un nuovo prefetto e che idee ha".
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Politica

Mentre ieri, domenica, sono arrivati in Valle d'Aosta 24 richiedenti asilo, che occuperanno i posti liberi nei centri di accoglienza per stranieri decisi nel primo bando di assegnazione, Champorcher, Saint-Rhémy-en-Bosses e Saint-Vincent hanno deciso di andare avanti con la redazione di un progetto comune del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

"Abbiamo deciso di andare avanti – spiega il sindaco di Champorcher Alessandro Glarey – e stiamo lavorando con gli uffici dei tre Comuni per sottoporre il nostro progetto al ministero degli Interni". Il ruolo principale nella stesura e nell'accoglienza sarà del paese più grande, Saint-Vincent, che accoglierebbe 14 persone, mentre negli altri sue paesi dovrebbero arrivare 6 rifugiati l'uno.

"Se i Cas seguono la fase emergenziale, quella subito dopo gli sbarchi, lo Sprar è una cosa diversa – ricorda Glarey – perché viene gente che ha già ottenuto lo status di rifugiato o lo otterrà a breve". Il sistema prevede poi meno persone coinvolte rispetto ad un centro accoglienza, con vari vantaggi, tra cui una clausola di salvaguardia prevista dall'Anci e ministero dell'Interno che vieterebbe al prefetto di sommare le due forme di accoglienza, una volta che un Comune ha fattto la sua scelta.

"Si tratta di un progetto che ha la durata di tre anni complessivamente, ma il percorso per i rifugiati sono di sei mesi rinnovabili in altri sei mesi – spiega il sindaco – in questo periodo con il finanziamento del Ministero si studia la lingua, si iniziano percorsi formativi e si dialoga con l'ufficio di collocamento, oltre a ragionare su una possibile soluzione abitativa". In questa fase insomma le persone accolte cercano di entrare nel mondo del lavoro e di farsi una nuova vita, con la possibilità di passare i confini nazionali per continuare la ricerca o ricongiungersi con familiari in altri stati dell'area Schengen.

Se i tre Comuni vanno avanti, dopo aver votato in questo senso sia Giunta che in Consiglio comunale, Donnas sceglie ancora di attendere: "È stato insitutito al Celva un tavolo di lavori di tutti i Comuni coinvolti dalla prefettura nell'allestimento dei Cas – racconta il sindaco del paese Amedeo Follioley – domani ci sarà la prima riunione operativa e allora noi preferiamo scendere bene nei dettagli e avere una linea comune con tutti gli altri".

Secondo il sindaco della Bassa Valle però domani non ci saranno ancora decisioni definitive: "Bisogna anche capire se ci sarà un nuovo prefetto", ci scherza su, riferendosi alla situazione politica in Regione, che potrebbe vedere Pierluigi Marquis avvicendarsi ad Augusto Rollandin anche in questo ruolo.

Anche i tempi per gli arrivi previsti dal secondo bando nei centri accoglienza sono ancora incerti. Ad oggi non ci sono novità. "Noi non abbiamo ancora ricevuto altre informazioni sui 25 che dovevano arrivare – racconta Glarey – e stiamo ancora eseguendo controlli sulla struttura individuata". "Di certo negli appartamente del borgo di Donnas non c'è posto per 20 persone – spiega Follioley – noi abbiamo autorizzato per 12 e la cooperativa interessata, se vorrà aumentare il numero, dovrà portarci elaborati progettuali e fare le pratiche edilizie".

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