Casinò: l’Uv riesce ad evitare la richiesta di dimissioni di Rollandin ma è sempre più crisi

La risoluzione che chiedeva le dimissioni del Presidente della Regione non viene discussa, in assenza di 24 voti per l’iscrizione urgente.
Rollandin, Consiglio regionale
Politica

Nella battaglia sui numeri l’Uv incassa una prima vittoria. La risoluzione che chiedeva le dimissioni del Presidente della Regione non viene discussa, in assenza di 24 voti per l’iscrizione urgente. “Il ragionamento va fatto su un altro tavolo che è quello dei movimenti politici” annuncia in aula il vicepresidente Aurelio Marguerettaz.

Le undici firme sotto la risoluzione ma sopratutto i 19 consiglieri a favore dell’iscrizione dell’iniziativa sono però la prova del leitmotiv della giornata: la gattopardesca maggioranza non esiste più. “Ancora una volta vi nascondete come dei conigli. E’ una questione di palle che a voi mancano” attacca l’Uv il grillino Roberto Cognetta.

A staccare la spina Uvp, Pour Notre Vallée, Leonardo La Torre ma soprattutto Stella Alpina che il Presidente della Regione sperava di poter ricompattare, anche in vista delle future sostituzioni legate alla sentenza di secondo grado sui costi della politica. Il pressing sui consiglieri dell’Edelweiss non è servito, ancora una volta il gruppo si è trovato spaccato con la maggioranza (Marco Viérin, Pierluigi Marquis e Stefano Borrello) che ha preferito appoggiare la risoluzione di sfiducia al Presidente Rollandin. “E’ un’iniziativa provocatoria – spiega Marco Viérin di Stella Alpina “ma sono due mesi che chiediamo una verifica politica che non si vuole portare avanti, per questo la riportiamo qui dentro”.

La crisi politica si interseca per tutto il giorno con quella della Casa da gioco.  “Avete capito qual è la soluzione per il Casinò? chiede al termine della giornata di discussione Jean Pierre Guichardaz “Io ho capito che sono le dimissioni di Rollandin”. Il capogruppo Pd ha invitato, quindi, i colleghi a presentare una mozione di sfiducia costruttiva. “Fatevi questa nuova maggioranza, noi ci mettiamo all’opposizione, altrimenti l’altra soluzione sono le elezioni anticipate”. 

Per tutta la giornata dai banchi di maggioranza e minoranza è stato chiesto al Presidente di assumersi la responsabilità del “fallimento” Casinò. 
“Questa situazione è frutto di dieci anni di menzogne del presidente, di complici fidati e di servi sciocchi” dice Elso Gerandin. “E’ difficile e poco credibile che il piano di rilancio arrivi da chi ha fallito” attacca Laurent Viérin, per tutto il giorno seduto fra i banchi dei consiglieri. “Questo dossier è l’emblema di un sistema” gli fa eco Albert Chatrian di Alpe. “Non è stato solo un problema di scelte sbagliate ma anche di aver coinvolto chi si è fidato di scelte amministrative” accusa Antonio Fosson invocando gli inviti a dedurre che la Corte dei Conti dovrebbe inviare nelle prossime settimane ad una ventina di consiglieri che votarono la ricapitalizzazione da 60 milioni di euro nel 2014 e il mutuo da 50 milioni di Finaosta nel 2015.

Replicando agli attacchi il Presidente della Regione ha ribadito: “Vogliamo ridare questi soldi alla Società, tenendo conto che si erano dati 60 milioni (30 come abbattimento dei mutui, 30 utilizzati dalla società); quindi mancano 43 milioni. E questo non significa buttare soldi, ma metterci nella condizione di trovare una soluzione possibile.”  Soluzione che i lavoratori e i sindacati si aspettavano di ricevere oggi, invece sono rimasti delusi.

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