Casinò: l’ex assessore Perron e gli amministratori Frigerio e Sommo indagati per truffa

Indagati anche i membri del collegio sindacale. Le accuse sono di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per Perron e anche di falso in bilancio per gli altri. 
Ego Perron
Cronaca

Non c'è solo la magistratura contabile a puntare i riflettori sulla gestione della Casa da gioco. La procura di Aosta ha iscritto nel registro degli indagati l'ex Assessore regionale alle Finanze, Ego Perron e gli amministratori della casa da gioco Luca Frigerio (dal 2008 al 2015) e Lorenzo Sommo (dal 2015 al 2017), oltre ai membri del collegio sindacale della Casinò de la Vallée spa: Aurelio Verzì, Laura Filetti, Fabrizio Brunello e Jean Paul Zanini. Gli avvisi di garanzia sono stati consegnati questa mattina. Le accuse sono di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche per Perron e anche di falso in bilancio per gli altri. 

L'inchiesta, nata dagli accertamenti contabili condotti dalla Corte dei Conti, è stata coordinata dal procuratore capo Giancarlo Avenati Bassi e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.

"Alla luce delle indagini svolte, i militari del nucleo di polizia tributaria – spiegano in una nota le fiamme gialle –  hanno poi segnalato alla locale Procura della Repubblica ininterrotte condotte penalmente rilevanti di falso in bilancio e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche da parte degli Amministratori della società e dei componenti il collegio sindacale in carica negli anni oggetto di indagine, i quali avrebbero indotto in errore la Regione e la società finanziaria regionale erogatrice del denaro, avendole coscientemente raggirate grazie alla presentazione di bilanci riportanti perdite di esercizio dissimulate – quindi falsi – e piani industriali di sviluppo conseguentemente irrealizzabili. Il tutto, per conseguire dagli Organi competenti le erogazioni di denaro poi effettivamente deliberate". Per Perron invece la Guardia di Finanza sottolinea come "essendo a conoscenza dell’inconsistenza dei piani di sviluppo industriali, avrebbe avuto l’obbligo giuridico di impedire lo sperpero di denaro pubblico". 

Sotto i riflettori della Procura sono finite le imposte anticipate su cui già la Kpmg, la società di revisione torinese che certificava il bilancio della casa da gioco aveva sollevato più volte delle perplessità. Nella relazione al bilancio 2015 la società ricordava come al 31 dicembre 2014 fossero stati iscritti crediti per imposte anticipate per oltre 25 milioni di euro calcolate sulle perdite fiscali generate in esercizi precedenti “nel presupposto dell’esistenza della ragionevole certezza di ottenere in futuro imponibili fiscali che possono assorbire le perdite riportabili”.

Secondo le proiezioni dell’allora amministratore unico, Luca Frigerio, le imposte anticipate avrebbero dovuto essere recuperate nel giro di 7/9 anni sulla base di una crescita annuale media dei ricavi previsti compresa tra il 2,1% e il 2,8%, della riduzione del costo del personale e del contenimento del costo per ammortamento risultante da operazioni connesse alle infrastrutture.

“La documentazione a nostra disposizione – scriveva ancora nel 2015 la società di revisione – non ci permette di ottenere sufficienti elementi probativi a supporto delle previsioni dei ricavi su un arco temporale di tale durata e di alcune assunzioni alla base delle proiezioni elaborate dall’amministratore unico Conseguentemente non ci è stato possibile svolgere le necessarie procedure di revisione al fine di verificare la recuperabilità delle imposte anticipate stanziate nel bilancio”.

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