Bilancio, Viérin: “Saranno i Comuni a decidere come dividersi i trasferimenti regionali”

L'assemblea dei sindaci del Celva ha espresso all'unanimità parere favorevole al bilancio di previsione, presentato dal presidente della Regione. Quest'anno, per gli Enti locali, ci dovrebbero essere a disposizione quasi 15 milioni in più dei precedenti.
Politica

“Fermo restando un principio di perequazione tra i Comuni più ricchi perché turistici e quelli più poveri, il dettaglio dei parametri con cui si deciderà la divisione dei trasferimenti regionali dovrete deciderlo tra voi”. Il presidente della Giunta regionale Laurent Viérin si è rivolto così ai sindaci valdostani presentando il nuovo bilancio triennale di previsione della Regione.

Quest'anno la situazione degli Enti locali vede un sensibile miglioramento: arriveranno infatti 10 milioni di euro in più senza vincolo già solo per i Comuni, altri 2 milioni per le Unité des Communes, più 2 milioni e 250 mila euro come contributo finanziario nell'ambito dei servizi sociali.

Questa maggiore disponibilità deriva dalla possibilità da parte della Regione di mettere a bilancio quei 140 milioni di euro che negli anni passati dovevano essere spediti allo Stato con lo scopo di “risanamento dei conti pubblici”. Dal 2017 scadrebbe quest'obbligo, anche se il condizionale resta almeno fino al marzo prossimo, data in cui ci sarà un pronunciamento ufficiale in merito.

La questione dei parametri con cui dividere questo denaro tra Comuni è annosa. Già lo scorso febbraio l'Assemblea dei sindaci aveva votato di sospenderne l'adeguamento perché la maggior parte dei Comuni avevano scritto il loro bilancio con i fondi in base a quelli vecchi.

Con questa finanziaria regionale però si è deciso di sostituire il criterio Ici – imposta sugli immobili soppressa da tempo – con quello Imu, “più aggiornato – spiega il Documento di Economia e Finanza scritto dalla Giunta regionale – e quindi maggiormente rappresentativo della capacità di autofinanziamento dei singoli comuni”.

“Questo passaggio da Ici a Imu per calcolare i parametri di divisione dei trasferimenti vedrà penalizzati i comuni turistici, come Ayas, Courmayeur, Valtournenche, Pré-Saint-Didier, Gressoney – spiega Viérin – altre realtà rimarranno più o meno uguali, mentre altre ci guadagnano”.

“Io non ho nulla contro il principio di perequazione nei confronti dei Comuni meno ricchi – ha detto allora il sindaco di Gressoney-Saint-Jean Luigi Chiavenuto – ma si prenda in considerazione l'aliquota base al 6,7 per mille, uguale per tutti, e non il gettito”. In parole povere, il sindaco ha chiesto di scegliere la parte di imposta uguale per tutti e non quella variabile, “legata magari a una decisione politica dell'Ente locale che ha fatto un patto particolare con i suoi cittadini”.

Più critico è stato Riccardo Bieler, sindaco di Pré-Saint-Didier: “I comuni più turistici hanno servizi che gli altri non hanno – ha commentato – se c'è un territorio che produce pil non va bene che sia sempre penalizzato. Siamo una regione turistica e bisogna fare investimenti mirati, che non siano cattedrali nel deserto”.

Viérin si è poi pronunciato anche sulla possibilità di tornare a far spendere gli avanzi di amministrazione direttamente alle Amministrazioni comunali, che erano stati bloccati negli anni dal patto di stabilità, ora superato, e dalla decisione regionale di veicolare quel denaro su un fondo per l'assistenza agli anziani e alle scuole. “Per favorire investimenti strategici, abbiamo previsto di cedere agli Enti locali spazi finanziari per un importo massimo di 30 milioni di euro e per i quali non è prevista la restituzione negli esercizi successivi”, ha spiegato il presidente. Si tratta, insomma, di un nuovo fondo comune, “sulle cui priorità ci sarà un confronto con i sindaci”.

I vari documenti finanziari della Regione hanno perciò ricevuto il parere favorevole dall'unanimità dai sindaci, con alcune osservazioni: “Chiediamo – ha riassunto la referente sul tema Speranza Girod, sindaca di Fontainemore – la possibilità di non accatastare in strutture ricettive, ma lasciare come abitazioni le strutture d'albergo diffuso, altrimenti l'Imu su questi immobili andrebbe tutto allo Stato”. Un'altra osservazione chiede invece “di tornare a fare concorsi interni per i dipendenti di Comuni e Unité”, ad oggi bloccati. Su questo tema, di nuovo Chiavenuto ha chiesto di “aumentare per i piccoli comuni il limite del 50 per cento di reintegro rispetto al personale venuto meno in questi anni di blocco di assunzioni”, ma questo tema sarà discusso nelle prossime assemblee.

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