Beach volley, da giugno prende vita l’attività agonistica

Con la Coppa Valle d’Aosta, il Torneo delle Regioni ed il campionato regionale Under 21 la pallavolo su sabbia fa sul serio. Il presidente del Comitato Regionale Lodi: “Una startup del beach volley anche grazie ai campi di Sarre ed al BVS".
Beach Volley Stade - immagine di repertorio
Sport

Una sorta di “startup” – come la definisce Armando Lodi, presidente del Comitato Regionale della Federazione Italiana Pallavolo – per dare il via ufficiale alla stagione agonistica del beach volley: il 9 e 10 giugno prenderà vita la Coppa Valle d’Aosta per società, dedicata agli Under 21. E non sarà la sola competizione, perché all’orizzonte, oltre al tradizionale Torneo della Regioni a cui la Valle d’Aosta partecipa con due coppie di Under 17, è già pronto un campionato regionale Under 21. Il beach volley esce quindi dalla nicchia e dalla – sacrosanta e divertente – aura di amatorialità o di attività di base per fare sul serio ed offrire la possibilità ai tanti giovani delle società valdostane di pallavolo di confrontarsi su un piano competitivo. Una vivacità inedita per la nostra regione, innescata dalla nascita dell’associazione sportiva dilettantistica Beach Volley Stade, la prima società valdostana di beach volley.

Ad ospitare queste e le future competizioni saranno i terreni di gioco di Sarre, presso l’area sportiva: la posa della sabbia è a buon punto, e ad oggi sono pronti già due dei tre campi previsti. Un polo importante, che può fare da trampolino di lancio per una più ampia diffusione del beach volley in Valle d’Aosta, con tre campi regolamentari illuminati e una tribuna. “Non c’è dubbio che il nostro obiettivo come Federazione è di far sì che la pratica del beach volley si allarghi. Ci piacerebbe in futuro organizzare anche tornei interregionali o addirittura nazionali, ed i campi di Sarre sarebbero il fulcro perché a norma: quando li ho visti sono rimasto impressionato per la qualità e per il lavoro che c’è stato dietro”, spiega Lodi. La FIPAV comprende sia la pallavolo indoor che quella su sabbia, e per il presidente del Comitato Regionale la nascita di questi campi non può che essere positiva: “La nostra offerta in questo modo si accresce. La morfologia del territorio valdostano non ci ha permesso un grande sviluppo di questa spettacolare disciplina – che a livello mediatico è comunque importante, basti pensare all’argento italiano alle Olimpiadi di Rio – ma siamo fiduciosi di poter crescere, e questo può aiutare anche la pallavolo in generale: di solito a fine maggio l’attività finiva e riprendeva a settembre, tolto qualche torneo estivo, mentre in questo modo possiamo dare continuità alla nostra offerta sportiva e superarne la stagionalità. Inoltre il beach volley è propedeutico alla pallavolo, aiuta molto a migliorare nei fondamentali”.

In precedenza il beach volley valdostano a livello agonistico si “limitava” alla partecipazione al Torneo delle Regioni. Una volta lanciata l’idea di creare un movimento di questo sport anche in Valle d’Aosta da parte del Beach Volley Stade, si è anche assistito ad un incremento dei maestri, che sono passati in un solo anno da due a sette.

I campi di Sarre – che saranno inaugurati il 1° maggio ma che già nei prossimi giorni potrebbero essere fruibili, anche da un pubblico di amatori – nascono su iniziativa proprio della società Beach Volley Stade, nata appositamente per dedicarsi al beach volley. Armando Lodi non risparmia gli elogi per questa società: “Sono ben organizzati ed hanno investito parecchio in termini economici, di fatica e di impegno. La loro iniziativa è davvero coraggiosa ed encomiabile, e per questo meritano tutto l’appoggio della Federazione: è nostro dovere istituzionale promuovere la pallavolo tutta, indoor o beach che sia. È un bel passo avanti che il nostro mondo fa. Io ho potuto assistere al “varo” ufficiale del primo campo, vedere ragazzi maturi così emozionati per aver messo in pratica una loro idea mi ha colpito molto. Erano davvero emozionatissimi, hanno montato la rete e subito fatto la prima partita. Non pensavo che loro passione arrivasse a questi livelli”.

A detta di Lodi, ora manca ancora una figura professionale che dia la possibilità di avere tornei federali anche a livello interregionale e nazionale, e cioè il supervisore tecnico, una sorta di capo organizzatore ufficiale : “Un passo alla volta. L’importante è che la gente si diverta e faccia sport, se poi ci farà crescere anche nei numeri e ci permetterà di fare le cose sempre più in grande ben venga”.

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