Aosta, scontro in aula sulle modifiche allo Statuto comunale. La minoranza: “svolta antidemocratica”

Sul banco degli imputati la modifica dell'articolo 29 che impedisce di indire referendum su argomenti riguardanti i piani territoriali ed urbanistici. L'opposizione sbotta: "Materia fondamentale per ogni città". Centoz: "La legge regionale non lo prevede"
Il Consiglio comunale di Aosta
Politica

È scontro in Consiglio comunale ad Aosta, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. La contestazione della minoranza consiliare punta il dito sulle due delibere di modifica allo Statuto comunale e quella seguente, che cambia il regolamento.

Sul banco degli imputati, in particolare, è finito l'articolo 29 dello Statuto, quello che riguarda l'impossibilità di indire referendum non solamente – come definito già dalla vecchia versione – su “bilancio preventivo, sul rendiconto, sull'istituzione ed ordinamento dei tributi e su ogni altro atto inerente alle entrate comunali” ma che estende il divieto a “ogni altro atto inerente alle entrate comunali, sui piani territoriali ed urbanistici, sui piani per la loro attuazione e relative variazioni”.

Modifiche che la minoranza ritiene inaccettabili: “Le forze di opposizione in Consiglio comunale di Aosta – scrivono i consiglieri di Alpe, Lega Nord, MoVimento 5 Stelle, Altra VdA e Gruppo misto di minoranza – denunciano con forza la vergognosa svolta antidemocratica imposta dalla maggioranza all’istituto referendario, cui viene sottratta la materia urbanistica, fondamentale per qualunque città e in Aosta purtroppo già oggetto di errori e orrori 'nelle segrete stanze' decisi”.

“Scampato per un soffio il rischio di dover consultare la popolazione sulla 'scuola polmone' – aggiungono – la maggioranza” decide “di fatto di sopprimere l’istituto referendario anche consultivo su temi fondamentali, per paura di vedere clamorosamente smentite dal sovrano, il popolo, le proprie discutibilissime scelte. Questa vergognosa pagina non sarà dimenticata e sarà debitamente ricordata quando le forze antidemocratiche che preferiscono 'ragionare' in piccoli gruppetti e con gli 'amici', saranno sottoposte, nel 2020 se non prima, al giudizio popolare delle elezioni comunali”.

Discorso che fa infuriare il Sindaco del Capoluogo Fulvio Centoz: “La legge regionale – ha spiegato in aula – non prevede l'istituto del referendum per le questioni legate all'urbanistica. Il dibattito è viziato dalla consultazione che si voleva fare sulla 'scuola polmone', ma il quesito referendario non è uno strumento a disposizione esclusiva della minoranza ma per tutti i cittadini, e anche della maggioranza, dato che può proporlo anche la giunta”.

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