Aosta, no alla stretta su burqa e niqab nei luoghi pubblici

Il Comune di Aosta non vieterà l’accesso nei luoghi pubblici alle donne che indossano il burqa o il niqab. È stata infatti respinta in Consiglio comunale la mozione di Lega e Andrione che ne chiedeva il divieto per ragioni di sicurezza.
Politica

Il Comune di Aosta non vieterà l’accesso nei luoghi pubblici alle donne che indossano il burqa o il niqab. È stata infatti respinta in Consiglio comunale la mozione della Lega, firmata anche dal Vicepresidente Andrione, che chiedeva – allineando la propria normativa a quella recentemente approvata da regioni come Lombardia, Veneto e Liguria, ma anche il Comune di Genova – la “stretta”, per ragioni di sicurezza, sull'utilizzo dei due indumenti femminili della tradizione islamica nei luoghi pubblici e comunali.

Al Sindaco Centoz che, in prima battuta, aveva spiegato che il problema era da prendere in considerazione ma che ad oggi era numericamente poco rilevante, la Capogruppo leghista Nicoletta Spelgatti ribatteva che: “In realtà ne basta anche una sola, e abbiamo foto di chi va in Ospedale e in giro col burqa. Sono donne che non vanno a fare shopping, non hanno libertà, non sono neanche considerate persone e di certo non si vedono in giro. Io come donna, se vado a casa loro, non ho nessuna difficoltà nel rispettare le loro regole ma qua siamo in Italia, abbiamo regole diverse e le nostre si rispettano, qui la donna non può essere schiavizzata. E non sto parlando del velo, che invece le rende riconoscibili”.

“Riconosciamo che il problema ci sarà domani – ha spiegato invece Étienne Andrione, Gruppo misto – e instradiamo questa immigrazione, che è oggettivamente culturalmente diversa dalla nostra, per dire che si vive tutti insieme a volto scoperto”. Mozione difesa anche da Andrea Manfrin, anch’egli della Lega: “È una mozione di buon senso, le persone devono essere riconoscibili e non possiamo permetterci nessuna leggerezza sulla sicurezza”.

Di suo, Fulvio Centoz la vede diversamente: “Porsi ora un problema crea un pregiudizio, e non è detto che l’eventuale soluzione sia un divieto. Questo non è un ‘rinviare il problema’, ma credo che la soluzione può essere attuata in modo diverso. Farlo ora, con un provvedimento generico come questo, dà adito a forme di razzismo che non intendo approvare”.

Il Consiglio va nella direzione del Primo cittadino: la mozione viene respinta con i soli 3 voti favorevoli dei proponenti (Spelgatti, Manfrin e Andrione), 19 astensioni e 3 voti contrari (Carpinello – Altra VdA, e due consiglieri Alpe Lamastra e Sartore).

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