Alpe, chiusura definitiva al “Rassemblement”: “Autonomismo non è necessariamente Unionismo”

A scriverlo è il Galletto, che punta invece la fiducia sul governo Marquis: "Oggi i nostri amministratori quotidianamente dimostrano nei fatti come sia possibile affrontare e risolvere i problemi di eredità del passato".
Alexis Vallet e Albert Chatrian di Alpe
Politica

“Eravamo e restiamo convinti della necessità di un momento rifondativo del quadro autonomista valdostano. Un momento che abbiamo sin da subito identificato con gli 'Stati Generali dell’Autonomia', con lo scopo di aprire un confronto per definire un modello politico e amministrativo condiviso fra tutte le forze autonomiste valdostane”.

A scriverlo in una nota è Alpe che, dopo un po' di tentennamenti, lascia ufficialmente il tavolo autonomista dove restano solo Uv e Uvp: “È per questo che con interesse abbiamo accolto l’invito dell’Uvp, perché quando si discute del futuro dell’autonomia della Valle noi vogliamo esserci, al pari di quando si discute di libertà, di partecipazione e di ecologia, il nostro acronimo che è anche il nostro pilastro”.

All'origine del diniego, il famoso documento da sottoscrivere tra forze politiche: “Il documento, sul quale anche noi abbiamo lavorato e ci siamo confrontati – scrive ancora il Galletto –, alla fine però presenta una sintesi parziale per noi non sottoscrivibile poiché Alpe è convinta che un futuro diverso e migliore non possa prescindere da una rilettura critica dei percorsi compiuti negli anni precedenti su cui riposano buona parte delle ragioni della crisi delle nostre istituzioni”, ma anche perché “Alpe sin dal primo momento aveva rilevato come la definizione 'Unionista' fosse troppo restrittiva per un progetto che si vuole invece aperto e inclusivo”.

Passato troppo importante, per Alpe, per essere lasciato alle spalle: “Una visione politica di prospettiva deve guardare avanti e non indietro, deve essere libera dai condizionamenti del passato e deve includere sensibilità ed energie, che si ritrovano nell’autonomismo e nel federalismo, ma non necessariamente nell’unionismo” mentre nella ipotizzata Casa comune degli autonomisti “Sono completamente assenti quegli elementi di discontinuità che riteniamo indispensabili per immaginare qualunque accordo elettorale a fianco dell’Uv, il principale partito con cui tanto duramente ci siamo scontrati negli ultimi anni, in ragione della profonda diversità di visione della Valle d’Aosta”.

Poi l'appoggio, altro fattore-base della distanza con l'Union, al governo Marquis: “Quattro anni fa – chiude la nota – abbiamo chiesto fiducia agli elettori sulla base di un progetto autonomista e progressista. Oggi i nostri amministratori quotidianamente dimostrano nei fatti come sia possibile affrontare e risolvere i problemi di eredità del passato e con questa stessa determinazione affronteremo i prossimi mesi densi di impegni e appuntamenti elettorali”.

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