Adaptations, i docenti della Saint-Roch: “Sperimentazioni estemporanee”

Riceviamo e pubblichiamo.
I lettori di AostaSera
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I docenti della Scuola secondaria di primo grado Saint-Roch esprimono le seguenti considerazioni in relazione alla sperimentazione del metodo CLIL per la lingua francese e inglese.

Gli insegnanti di questa istituzione si impegnano sempre al massimo delle loro possibilità per proporre agli alunni la migliore offerta didattica possibile, con una particolare attenzione alle esigenze  personali di tutti gli alunni e all’inclusione, utilizzando strategie  differenziate.

Gli insegnanti sono convinti della validità di un approccio didattico plurilingue, tanto da averne fatto un punto chiave del Piano di potenziamento del PTOF, ma non condividono la metodologia CLIL come proposta dalle Adaptations regionali.

A un anno dall’inizio della sperimentazione e dopo aver seguito i corsi di formazione predisposti dalla Regione, gli insegnanti di questa istituzione hanno riscontrato le seguenti criticità:

-la metodologia impiegata si è rivelata contraria all’inclusione, rischiando di demotivare soprattutto gli alunni a rischio di abbandono scolastico, che vedono aggiungersi le difficoltà linguistiche a quelle di comprensione dei contenuti;

-non ha sviluppato negli alunni particolari competenze linguistiche né contenutistiche nelle diverse discipline interessate, penalizzando invece la lingua italiana, andando così contro gli obiettivi stabiliti dal Consiglio europeo, che sottolinea l’importanza della competenza in lingua madre;

-ha costretto gli insegnanti delle discipline coinvolte alla banalizzazione dei contenuti;

-non si tiene conto delle ore di programmazione che devono svolgere i colleghi di inglese e francese per preparare le lezioni in lingua di materie come scienze ed educazione fisica, né risultano chiare le modalità di svolgimento nonché i contenuti da veicolare;

-è risultato un modello controproducente e superato nei paesi europei che lo hanno adottato, vedi, tra gli altri, i pareri dell’Accademia della Crusca e vari articoli pubblicati su “Orizzonte scuola” (https://m.orizzontescuola.it/insegnare-inglese-abbassa-la-qualita-dellinsegnamento/);

-non risponde a reali esigenze di utilizzo e non trova riscontro nella pratica quotidiana;

-ha comportato un ingente dispendio di risorse umane ed economiche che avrebbero potuto essere destinate alla scuola in modo diverso (ad esempio sostegno per alunni BES, tra i quali ricordiamo il numero sempre crescente di allievi neo-arrivati da Cina e Maghreb che necessitano di essere alfabetizzati in lingua italiana);

-non è chiaro come verificare i risultati della sperimentazione poiché non è possibile prevedere delle prove standardizzate e ci si chiede quali dati oggettivi possa usare una commissione tecnica per valutare l’esito finale delle Adaptations.

Gli insegnanti vogliono inoltre sottolineare che la formazione degli insegnanti coinvolti nel CLIL si aggiunge all'imponente mole di formazioni in itinere e competenze che sono loro richieste, senza che siano mai state prese in considerazione le perplessità già mostrate dal corpo docente prima dell’inizio della sperimentazione.

Gli insegnanti esprimono la loro perplessità circa il fatto che la scuola sia sempre più il campo di sperimentazioni estemporanee, non basate su solide basi metodologiche e didattiche e non inserite in un disegno organico e strutturato che guardi al medio-lungo periodo.

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