Accoglienza migranti, a Saint-Vincent prende piede la rivoluzione Sprar

La soluzione abbasserebbe la soglia di persone ospitate da 25 a 2,5 per ogni mille abitanti, quindi una dozzina, con incentivi economici a chi aderisce al nuovo piano. L'accordo tra Anci e Ministero degli Interni è arrivato a metà dello scorso dicembre.
Politica

Il sindaco Mario Borgio non si sbilancia e parla di "una delle ipotesi sul tavolo" e di questioni ancora da verificare. A quasi due giorni dal Consiglio comunale straordinario sul tema dell'accoglienza dei migranti in paese, la maggioranza sembra orientarsi sempre di più verso la soluzione di adottare il piano Sprar, che sta per "Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati".

Saint-Vincent sarebbe il primo Comune della Valle d'Aosta a optare per questa soluzione e questo accade dopo la notizia di trattative in corso tra la cooperativa Le Soleil, una delle sette aziende che si sono aggiudicate il nuovo bando regionale per l'accoglienza, e i proprietari dell'hotel Suisse di via ponte Romano, con lo scopo di ospirare 25 migranti.

Fino a questo momento tutti i Comuni della Valle d'Aosta hanno nicchiato sulla questione accoglienza, non prendendo iniziativa, nella speranza di schivare il colpo. Per fare un esempio, quando all'inizio del 2015 la Regione chiese di individuare strutture comunali per l'accoglienza non arrivò nessuna risposta, cosa che ha fatto sì che le cooperative sociali si accordino da sè con i privati che affittano locali, spesso all'oscuro delle Amministrazioni comunali.

La questione è cambiata, poco, con il nuovo bando di accoglienza, nel quale la Giunta regionale ha introdotto l'obbligo per le cooperative di informare i Comuni nel cui territorio si stanno facendo accordi con privati prima di poter firmare le convenzioni. Si tratta di una forma di cortesia che eviterebbe situazioni come quella che si era verificata a Villeneuve, dove la notizia dell'arrivo dei 25 migranti in centro era giunta in forma ufficiale solo un paio di settimane prima.

Aderire allo Sprar invece sarebbe un cambio di prospettiva, perché il Comune prenderebbe l'iniziativa, interfacciandosi direttamente con il ministero degli Interni, lasciando svolgere alla Prefettura – che in Valle d'Aosta vuol dire "Regione" – semplicemente il ruolo di controllo.

I vantaggi dello Sprar sono ben altri. Uno lo spiega subito Borgio, parlando della possibilità di pensare ad un'accoglienza diffusa nel Comune interessato, evitando di tenere assieme tante persone in un posto solo: "Bisogna individuare le strutture – afferma – magari tante piccole, sparse sul proprio territorio".

Sugli altri importanti punti che rendono ideale l'adozione di questo piano, l'accordo definitivo tra ministero dell'Interno e Anci è arrivato lo scorso 14 dicembre e sarà operativo dalla conferenza Stato Regioni di giovedì prossimo, 19 gennaio, alla quale parteciperà anche il presidente della Giunta Augusto Rollandin.

Per chi adotta lo Spraar la quota dei migranti da accogliere sarà di 2,5 persone ogni 1000 abitanti, proporzione che vedrebbe a Saint-Vincent calare gli ospiti da 25 a 12-13, 1,5 per le grandi città, nessuno per i piccolissimi Comuni, quelli sotto i mille abitanti.

L'accordo, ideato dall'allora ministro Angelino Alfano su spinta dei sindaci italiani e portato a termine dal successore Marco Minniti, prevede una clausola di salvaguardia che obbliga i prefetti a non veicolare altri richiedenti asilo dove è in vigore il piano, con l'obbligo di diminuire progressivamente la presenza di Centri di accoglienza straordinaria.

Tradotto per Saint-Vincent: anche se 25 persone dovessero arrivare all'hotel Suisse prima dell'adozione dello Sprar, a fine 2017, con il rinnovo della convenzione, si avrebbe l'occasione per adeguarsi alle nuove modalità e proporzioni.

Per i Comuni aderenti al piano, Anci e ministero dell'Interno hanno poi previsto degli incentivi economici, come la possibilità di fare un'assunzione tra gli uffici di servizi sociali, anagrafe o polizia municipale. Nelle casse dei Comuni interessati infine finiranno 0,50 centesimi al giorno per persona ospitata, tolti dal denaro concesso alle cooperative più altri 500 euro l'anno a migrante.

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