Riforma costituzionale: Altra Valle d’Aosta, Comitato Possibile e Rifondazione dicono “NO”

Per tre movimenti è come "Una pistola carica nell'ingresso di casa, a disposizione del primo venuto". Una riforma che mette a rischio anche l'autonomia valdostana.
Politica

"Una pistola carica nell’ingresso di casa, a disposizione del primo venuto". Così la portavoce di Possibile VdA Chiara Giordano, de L’Altra Valle d’Aosta Andrea Padovani e Carola Carpinello e il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Francesco Lucat, sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi.

"Il revolver è questa "deforma" costituzione" hanno sottolineato i tre movimenti annunciando il proprio "No" al referendum confermativo "che ne stravolge i principi cardine, i proiettili sono forniti dall’Italicum, la legge elettorale che potremmo definire il sogno segreto di Putin ed Erdogan. Una pistola carica, ha proseguito, che una minoranza promossa maggioranza da un premio abnorme, potrà legalmente utilizzare per nominare un Presidente della Repubblica e di conseguenza una Corte Costituzionale allineati alla lista vincitrice".

Una riforma che mette a rischio anche l’autonomia valdostana. "Il principio dell’intesa – viene evidenziato ancora dai tre movimenti –  non salverà dalla foga accentratrice che purtroppo muove sia l’attuale Presidente del Consiglio che il suo probabile antagonista alla carica di segretario del PD, l’attuale presidente della regione Toscana Enrico Rossi, con esplicite dichiarazioni di entrambi. L’intesa è un congelamento della situazione attuale dovuto ad una esigenza numerica, senza i voti dei Senatori eletti nelle regioni ad autonomia speciale l’intero DDL non sarebbe stato approvato. Una vittoria di Pirro che non tutela in maniera definitiva anzi la espone a rischi non probabili ma certi".

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