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Il turismo accessibile in montagna: cammini e percorsi slow

Un nuovo tipo di mobilità e di accessibilità per la Valle d'Aosta ed i suoi percorsi, non solamente di alta montagna. L'analisi di questo 'camminare lento' alla scoperta di un'altra Valle è stato al centro del convegno sul turismo accessibile.
Pubbliredazionali, Società

Una proposta preziosa, turistica, culturale, enogastronomica ed un mercato in espansione per una Regione, la Valle d’Aosta, che vuole crescere ed investire sul “cammino”, sui percorsi slow sul proprio territorio. “La Valle propone una grande offerta sul turismo slow – ha esordito il Presidente del Comitato scientifico della Fondazione Courmayeur Mont Blanc Lodovico Passerin d’Entrèvescon percorsi accessibili a tutti. Un sistema nel quale i giovani sono i protagonisti del domani, valorizzando la bellezza dei nostri luoghi e la capacità di accoglimento costruendo esperienze emozionali e mirate nei confronti di target ben definiti”.

Con questi spunti si è aperto il convegno “Il turismo accessibile in montagna: cammini e percorsi slow” – organizzato dall’Osservatorio sul Sistema montagna “Laurent Ferretti” formato dalla Fondazione Courmayeur Mont Blanc, dal CSV Onlus, dal Consorzio delle Cooperative sociali “Trait d’Union” e dalla Cooperativa “C’Era l’Acca” tenutosi lunedì 23 maggio 2016 presso la sala del palazzo regionale.

È stato l’Assessore regionale alla Sanità Antonio Fosson ad aprire i lavori ricordando come: “Negli anni la Valle d’Aosta ha fatto molto per l’accessibilità fisica e strutturale, ed i percorsi slow rappresentano una ulteriore sfida per il domani. La concorrenza turistica si vince anche con l’accoglienza e con un cuore diverso, che porti ad una formazione culturale diversa, senza barriere. Una sfida che vogliamo accettare e che fa onore alle nostre sensibilità”. Parla invece di ‘comunità consapevole’ l’assessore regionale all’Agricoltura Renzo Testolin: “Le scelte progettuali e architettoniche – ha spiegato – devono integrarsi, indirizzandosi soprattutto verso i fruitori attraverso un’accessibilità preventiva fatta di informazione per spiegare quali siti siano accessibili dai più diversi tipi di utenza, non solo rivolti ai disabili ma anche ad anziani, famiglie e scolaresche”.

Comunità che deve legarsi e fare sempre più rete, come spiega invece l’assessore regionale al Turismo Aurelio Marguerettaz: “Possiamo prendere tutte le iniziative dei singoli e lodarle, ma dobbiamo sforzarci di mettere tutto assieme e far sì che questa accessibilità diventi un prodotto, una proposta da accogliere. Abbiamo i percorsi e stiamo facendo un lavoro importante, la parte più complicata è quella di creare prodotto ‘turistico’ che possa essere venduto e promosso, perché il turismo slow non lo è dal punto di vista delle emozioni ma è anzi la strada giusta da seguire”.

La prima sessione dei lavori, moderata dal Coordinatore del CSV Fabio Molino, ha puntato sull’offerta turistica ‘lenta’ della Regione, sia quella già presente, sia quella che si sta sviluppando per il futuro. Il primo intervento è affidato a Giuliano Pramotton, geometra della struttura Forestazione e sentieristica dell’Assessorato all’Agricoltura ed alle Risorse naturali della Regione Autonoma Valle d’Aosta, che ha illustrato nel dettaglio i 370 km di percorso attraverso i quali si snoda la Bassa Via, il cammino di mezza quota per il quale sono previsti interventi per la sua totale fruibilità. Per il 2016/2017, infatti, è stato stanziato un finanziamento da 1 milione 485mila euro per la manutenzione e la sua percorribilità, il 50% dei quali attinge a Fondi Europei, il 35% statali ed il restante in capo alla Regione.
Stella Bertarione, funzionario dell’Assessorato al Turismo, ha invece cercato di ‘smontare’ lo stereotipo della montagna valdostana difficile, per atleti, ricordando come la Bassa Via dia la possibilità di camminare lentamente all’insegna dell’accessibilità per tutti, anche per chi voglia scoprire la Valle d’Aosta dei campi, dei vigneti, dei meleti, delle stalle, dei musei, delle cappelle, dei borghi e del suo patrimonio culturale ed enogastronomico.

Dopo l’analisi dell’offerta sulla Bassa Via è la storica Via Francigena a prendersi la scena del convegno, attraverso l’approfondimento di Laurette Proment, dell’Assessorato regionale al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti. Ne è emersa una Via Francigena che attraversa la Valle d’Aosta con i suoi 95 km dal Colle del Gran San Bernardo a Pont-Saint-Martin, all’insegna dell’accessibilità e di un turismo fiorente. Turismo che si spiega nei numeri, con le ‘Strutture amiche’ lungo la via cresciute dalle 36 del 2014 alle 50 attuali e con 500 persone fermatesi in ostello a Pont-Saint-Martin a compilare il questionario.
Gianni Nuti invece, direttore Politiche sociali e giovanili dell’Assessorato alla Sanità, ha spiegato come l’accessibilità sia anche dovuta al ‘paesaggio umano’, fatto anche di calore, accoglienza, e senso di appartenenza, ricordando come, attraverso le parole di Giorgio Gaber, “L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé”. Mentre Remo Chuc, capo dell’Ufficio di rappresentanza regionale a Bruxelles per il Dipartimento Politiche strutturali ed Affari europei, partendo dallo stesso spunto di Nuti, ricorda come sempre più persone, famiglie e disabili chiedano di poter fruire della montagna e come i Fondi Europei possano dare un contributo essenziale allo sviluppo del territorio. Chuc ricorda poi come la Regione abbia avviato un progetto anche per rivalutare la ‘Strada dei vini’, che attraversa il Colle del Piccolo San Bernardo, in collaborazione con la Francia, a dimostrazione di come un patrimonio agroalimentare sia necessario per sviluppare un solido turismo slow.

La seconda sessione del convegno, moderata da Jean Frassy del Consorzio Trait d’Union, si è concentrata sulle testimonianze dirette ed i progetti legati al turismo accessibile. E l’accessibilità è stata assoluta protagonista, interessando le soluzioni adottate nel corso del Cammino di Santiago, attraversando la stessa Via Francigena per andare a toccare le nuove tecnologie che, attraverso piattaforme e app pensate appositamente per la disabilità, danno un contributo fondamentale alla necessità di inclusione e di ulteriore accessibilità dei territori, non solamente valdostani.

 

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