Valle d’Aosta accorpata a Piemonte e Liguria? Il governo dà il primo “sì” al taglio delle regioni

Approvato ieri in Senato, da parte del Governo con il sottosegretario Luciano Pizzetti, un ordine del giorno del Senatore del Pd Raffaele Ranucci che impegna il governo a ridurre il numero delle regioni, prima che entri in vigore il Ddl Boschi.
Politica

La Valle d’Aosta sempre più vicina all’accorpamento con la Liguria e il Piemonte? La domanda sorge spontanea guardando all’approvazione ieri in Senato, da parte del Governo con il sottosegretario Luciano Pizzetti, di un ordine del giorno del Senatore del Pd Raffaele Ranucci che impegna il governo a ridurre il numero delle regioni, prima che entri in vigore il Ddl Boschi, ovvero entro ottobre 2016. L’odg, che non è stato sottoposto a votazione, così recita: "premesso che la storia del regionalismo in Italia ha avuto un corso contraddittorio, certamente importante per la crescita e lo sviluppo del Paese, ma anche portatore di distorsioni"… considerato che si impone oggi una nuova stagione del regionalismo e del federalismo in Italia..  impegna il Governo a prendere in considerazione prima dell’entrata della presente legge di revisione costituzionale l’opportunità di proporre anche attraverso una speciale procedura di revisione costituzionale la riduzione delle Regioni ad un numero non superiore nel massimo a dodici".

Il tema delle macroregioni è caro al senatore del Pd Ranucci che già un anno fa con il collega Roberto Morassut ha depositato un disegno di legge costituzionale alla Camera e al Senato. La proposta riduce da 20 a 12 le regioni italiane, immaginando per la Valle d’Aosta l’accorpamento con il Piemonte e la Liguria, fusione che darebbe vita alla nuova Regione Alpina. 

Ma il senatore del Pd Ranucci sembra non essere l’unico in questi giorni a portare nel dibattito politico la questione. Non più tardi di 5 giorni fa il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, intervenendo al congresso a Saint-Vincent dei 70 anni del Leone Rampante, incalzava il popolo unionista sulla necessità di "salvaguardare la nostra autonomia attraverso una macroregione alpina che metta assieme il contesto della montagna nell’anima, non come l’identità delle macroregioni che teorizza la Lega."

Un richiamo che non è sfuggito ai più. Su Facebook il consigliere comunale di Uvp Etienne Andrione, nel commentare le dichiarazioni di Rollandin scrive: "Dopo  aver spremuto a dovere la Valle d’Aosta, distruggendone ogni specificità e prima ancora la dignità, dopo averne ceduto cespiti fondamentali come l’autostrada o azzerato (dal Casinò all’aeroporto) quanto poteva permetterne uno sviluppo autonomo, questi «autonomisti» si preparano a vendere direttamente il tutto a prezzi di realizzo a qualcuno che saprà finalmente «valorizzarlo»".

Nel frattempo l’approvazione dell’ordine del giorno in Senato non sembra preoccupare più di tanto il senatore valdostano, Albert Lanièce. "Non è stato posto in votazione altrimenti buona parte del Senato, compreso il nostro gruppo, non l’avrebbe accolto". Il senatore sottolinea, quindi, come l’odg "sia in contraddizione con la riforma costituzionale in votazione che prevede un Senato dei territori con l’indicazione precisa di quanti senatori ciascuna delle attuali regioni avrà." La mossa del governo ieri è per Lanièce "il venire incontro, in questa fase delicata, ad alcune componenti del partito di maggioranza". L’autonomia valdostana, quindi, non è a rischio? "No, anzi, oggi andremo a votare un emendamento, che se verrà accolto, andrà a modificare in positivo la norma di salvaguardia, introducendo la possibilità di ampliare le competenze al di fuori delle materie previste dalle norme statutarie".

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