Roma, 24 set. (AdnKronos) – Nuovo capitolo dello scandalo Volkswagen. Il ministro dei Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, ha riferito che il sistema utilizzato per manipolare i test sulle emissioni di Co2 per le auto vendute negli Usa interessa anche i veicoli commercializzati in Europa.
Una nuova bufera sembra addensarsi anche su un altro gruppo premium dell’industria automobilistica tedesca: le azioni di Bmw, infatti, perdono il 6,10% a 74,85 euro (ma sono giunte anche vicino a -10%) dopo che la testata specializzata Autobild ha rivelato i sorprendenti risultati di un test condotto dall’International Council on Clean Transportation (ICCT) su un modello di punta della casa bavarese. Infatti, riferisce il settimanale, il suv X3 xDrive20d presenterebbe – in condizioni di guida reale su strada – emissioni fino a 11 volte superiori al massimo definito dalle normative europee.
Secondo la portavoce della Commissione Ue per il Mercato interno, Lucia Caudet, "quello che è veramente necessario in questo momento è avere un quadro completo della situazione e rafforzare i nostri standard sulle emissioni". "Invitiamo tutti gli Stati membri a effettuare indagini necessarie. Dobbiamo avere un quadro completo di quanti veicoli immatricolati nella Ue erano dotati del software ingannevole, che è vietato dalle regole europee", ha aggiunto.
"Quello che sta accadendo sono fatti che noi non commentiamo – ha dichiarato John Elkann, presidente di Fca, a margine della commemorazione del bisnonno Filippo Caracciolo, ex presidente Aci – Quello che è avvenuto è molto grave e vedremo di capire meglio dalle indagini". "L’Acea, che è la voce della categoria, è stata molto chiara, dicendo che non è un fatto legato all’industria dell’auto ma un fatto specifico di una società", ha concluso.
Sul caso Volkswagen la procura di Torino ha aperto un’inchiesta. Il fascicolo, al momento a carico di ignoti, riguarda le auto della casa tedesca che circolano in Italia ed è affidato al pm Raffaele Guariniello.
Intanto arrivano anche nuove rivelazioni choc. Germania, Gran Bretagna e Francia avrebbero fatto pressioni sulla Commissione europea per evitare di perfezionare i test sulle emissioni di carbonio, mantenendo un sistema che permetteva di ‘inquinare’ più di quanto realmente dichiarato. E’ quanto pubblica il ‘Guardian’, che cita dei documenti dai quali risulta che i Paesi spingevano per mantenere delle ‘falle’ nei test che permettevano di manipolare i valori, aumentando le emissioni reali del 14% in più rispetto a quanto dichiarato.
Un pressing su Bruxelles che sarebbe partito almeno 4 mesi fa e puntava a trovare degli escamotage ai test messi a punto nel 1970, i Nedc, per la Procedura di verifica mondiale sui veicoli leggeri, da sostituire nel 2017.
"E’ inaccettabile che i governi che giustamente chiedono un’inchiesta sullo scandalo Volkswagen contemporaneamente agiscano dietro le quinte per manipolare i test sulle emissioni", attacca Greg Archer del think tank Transport and Environment, secondo quanto riporta il quotidiano britannico.