Omicidio Pasolini, la nuova verità di Pelosi: “All’idroscalo c’erano altre due auto e una moto”

Lo ha detto Pino Pelosi, conosciuto come 'Pino la rana' che per l'uccisione del regista-scrittore ha scontato 11 anni e 7 mesi di reclusione.
News Nazionali

Roma, 1 dic. (AdnKronos) – La sera del 2 novembre del 1975, quando Pier Paolo Pasolini fu ucciso, all’idroscalo di Ostia oltre alla sua automobile c’erano altre due vetture e una motocicletta. Lo ha detto Pino Pelosi, conosciuto come ‘Pino la rana’ che per l’uccisione del regista-scrittore ha scontato 11 anni e 7 mesi di reclusione, al pm della Procura di Roma Francesco Minisci che lo ha interrogato nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini.

Pelosi ha detto al magistrato che sulla motocicletta ci potevano essere due fratelli di cognome Borsellino ma di non essere sicuro. Forse i due hanno seguito Pino la rana e Pasolini dalla stazione Termini fino a Ostia. Fatto di cui Pelosi non è però certo perché quella sera "era buio pesto". "Ho visto solamente i mezzi arrivare sul posto – ha detto Pelosi – Poi due persone prendere Pasolini e trascinarlo fuori dall’abitacolo della sua autovettura".

Pelosi, che ha sempre respinto l’accusa di essere il responsabile della morte del regista-scrittore, ha detto di essere fuggito mentre Pasolini veniva tirato fuori dalla sua automobile. "Sentivo però le grida di Pasolini", ha detto. Con lui, ha detto Pelosi al magistrato, ero in rapporti da diversi mesi.

Quanto alla decisione di cambiare versione, indicando fatti mai raccontati Pelosi, ha detto: "Non erano ancora maturi i tempi. Avevo paura da un lato e vergogna dall’altro. Sono stato convinto a raccontare fatti nuovi e veritieri dall’avvocato Olivieri, dal regista Bruno e dal giornalista Marincola al solo fine di riaccreditare la mia persona agli occhi del mondo".

Il difensore di Pelosi, Alessandro Olivieri ha spiegato che "le domande rivolte a Pelosi si sono incentrate su alcuni elementi emersi solo con la pubblicazione del libro ‘Io so come hanno ucciso Pasolini’ infatti, per la prima volta ammette di aver frequentato per alcuni mesi il regista e racconta la storia del furto delle pellicole cinematografiche ad opera dei fratelli Borsellino". L’avvocato spiega che "le domande non si sono fermate a questo".

"La procura ha ancora sospetti su Mastini – spiega il legale – che Pelosi però, alzando la voce, insiste essere completamente estraneo ai fatti". Nel corso dell’interrogatorio si è parlato anche di Olimpio Marocchi, amico di Pelosi morto in un incidente sulla Roma Fiumicino mentre era alla guida proprio Pino ‘la rana’. Incalzato relativamente alla sua proprietà di una o due Fiat 850 coupé, Pelosi ha chiarito che solo le targhe erano "buone" mentre la macchina era stata rubata. 

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