Tor des Géants, Canepa: “ho le prove del mio percorso regolare”

La testimonianza di un corridore, che ha chiesto di rimanere anonimo, le cui dichiarazioni e la cui identità sono agli atti. L’atleta: "Ora sono tranquilla, so di poter dimostrare la mia correttezza”.
Da sinistra Renato Jorioz, Francesca Canepa, Alessia Allievi
Sport

Sulla sua squalifica Francesca Canepa non si arrende e con la determinazione che la contraddistingue ribadisce all’organizzazione del Tor des Géants la sua correttezza. Lo fa attraverso un reclamo presentato ieri corredato dalla testimonianza di un atleta e da tre fotografie scattate da due turisti spettatori del Tor.

La sua verità l’ha raccontata oggi ai giornalisti in una conferenza stampa convocata a Courmayeur. "In questi giorni con il mio staff siamo riusciti a raccogliere le prove che dimostrano il mio passaggio regolare al punto di "Les Goilles" di Cogne". E aggiunge: "Ora sono tranquilla, so di poter dimostrare la mia correttezza a chi mi accuserà in futuro".

Le prove che la Canepa cita riguardano la testimonianza di un corridore, che ha chiesto di rimanere anonimo, le cui dichiarazioni e la cui identità sono agli atti. "Ho visto Francesca Canepa superarmi da Cogne sul ponte di Champlong – ha dichiarato il corridore – successivamente l’ho superata dall’altra sponda del fiume, sulla strada verso Lillaz. Dopo circa un kilometro mi sono fermato per togliermi la giacca sulla salita verso les Goilles e la Canepa mi ha nuovamente superato e mi precedeva di un minuto al punto di controllo".

Allo staff della campionessa sono poi arrivate tre fotografie inviate da due turisti che la ritraggono mentre transita a circa 500 metri dal punto di controllo.

Con questo reclamo, Francesca Canepa non chiede denaro, ma vuole che sia fatta chiarezza e che venga ripristinata la sua credibilità. "Ho investito tantissimo su questa gara, è la gara di casa, volevo tentare la tripletta per entrare nella storia e non vi nego che mi sono sentita privata di questa possibilità". "Siamo fiduciosi sull’accoglimento di questo ricorso – ha aggiunto i preparatore Renato Jorioz – un errore può succedere in ogni gara, ci aspettiamo che venga riconosciuto che Francesca ha fatto il percorso in modo integrale".

A chi le chiede spiegazioni sulla scelta di ritirarsi alcune ore prima della notifica della squalifica, Francesca parla di stress, di difficoltà emotiva, di fatica a concentrarsi e a gestire l’accusa di aver accettato un passaggio in auto mossa all’ atleta valdostana da Paolo Rossi e ritenuta ingiusta e infamante.

La campionessa spiega di aver chiesto all’organizzazione del Tor di fare chiarezza, per evitare che potessero accusarla anche in futuro di aver trassato, di essere una tricheuse. Non ha ricevuto una risposta, ma la notifica del procedimento di avvio di indagine sul suo conto. Per Francesca a quel punto non è stato più possibile proseguire una competizione cosi impegnativa, non se l’è sentita di andare avanti per altre 50 ore di gara.
 

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