Iraq, il governo italiano vuole fare presto: armi ai curdi entro la settimana

Il progetto potrebbe essere concretizzato in 2-3 giorni, entro la settimana.
News Nazionali

(AdnKronos) – Dopo l’informativa del governo alle Camere, in programma mercoledì, potrebbe avere tempi strettissimi il ponte aereo per la fornitura di armi ai peshmerga curdi in Iraq. Il progetto potrebbe essere concretizzato in 2-3 giorni, entro la settimana.

La parola d’ordine è fare presto, perché sul campo la situazione è quantomai fluida ed ogni indugio può rivelarsi dannoso per le sorti del conflitto tra peshmerga curdi e milizie jihadiste in Iraq. Dopo l’informativa, in programma mercoledì di fronte alle Commissioni Esteri e Difesa delle Camere da parte del ministro degli Esteri Federica Mogherini e del ministro della Difesa Roberta Pinotti, il ponte aereo tra Roma ed Erbil potrebbe essere organizzato in tempi strettissimi e non si esclude che il primo aereo C-130J carico di armamenti per i combattenti curdi possa arrivare a destinazione -sottolineano fonti qualificate all’Adnkronos- anche in 2 o 3 giorni.

Le pianificazioni dell’intervento vengono messe a punto in queste ore presso gli stati maggiori. Saranno gli esponenti del governo a delineare nel dettaglio la fisionomia dell’iniziativa italiana, su cui, anche per la delicatezza dell’argomento, l’esecutivo ha voluto informare preventivamente il Parlamento. Nel frattempo, è da qualche giorno che si susseguono tra Roma ed Erbil i voli nell’ambito della missione di aiuto italiana che ha trasportato nelle zone del conflitto acqua, viveri e generi di prima necessità.

Quanto alle armi e alle munizioni che potrebbero essere fornite dall’Italia ai peshmerga per le operazioni dirette ad arrestare l’avanzata dei jihadisti dell’Isis, un limite tecnico è costituito dal fatto che i combattenti curdi utilizzano e hanno sempre utilizzato materiali di fabbricazione ex sovietica. Per quanto riguarda l’Italia, nell’ambito dell’iniziativa comune che ha preso forma all’ultimo consiglio europeo, non si esclude quindi di fare eventuale ricorso ai kalashnikov, circa 30mila, e alle tonnellate di munizionamento sequestrati nel 1994, nel pieno delle guerre nei Balcani, ad una nave da trasporto partita dall’Ucraina e diretta a Spalato.

Possibile anche la fornitura di armi ‘non letali’ come puntatori laser, dispositivi anti-bomba, giubbotti antiproiettile, sistemi di comunicazione radio. E forse anche, ma sono in corso valutazioni di compatibilità con gli attuali standard operativi e addestrativi delle milizie curde, qualche vecchia mitragliatrice Browning o fucili mitragliatori Mg da anni non più in uso presso le forze armate italiane. 

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