“Marco Viérin si deve dimettere”. Passa l’ordine del giorno della minoranza

L'ordine del giorno della minoranza che chiedeva le dimissioni del Presidente del Consiglio regionale passa. Alla seconda votazione l'iniziativa registra 19 voti a favore e 16 astenuti.
Politica

"Marco Viérin si deve dimettere". L‘ordine del giorno della minoranza che chiedeva le dimissioni del Presidente del Consiglio regionale passa. Alla seconda votazione, effettuata barrando su un pezzo di carta "si" o "no", l’iniziativa registra 19 voti a favore e 16 astenuti. Un risultato che fa dire a Laurent Viérin di Uvp: "La maggioranza non esiste più. Dovete risolvere i vostri problemi prima di tornare in quest’aula e sfidare le istituzioni."

La prima votazione, segreta, in cabina e con le palline, chiesta dalla minoranza, era stata annullata. Nell’urna infatti gli scrutatori hanno trovato 18 voti favorevoli, 16 contrari e due astenuti. Ovvero 36 voti su 35 consiglieri presenti.

Prima di procedere alla votazione Marco Viérin aveva risposto alle accuse della minoranza. "Credo che per il rispetto dell’aula un presidente debba fare rispettare le regole che non sono interpretabili da maggioranza o minoranza ma da un ente terzo, gli uffici. Ho anche detto che se c’è la volontà di cambiare le regole, basta confrontarci ma per farlo bisogna essere in 21". E ancora, "Giocare in politichese su un ragionamento che io oggi rappresento non è corretto. L’aula poi è sovrana e quindi faccia il proprio lavoro". Tra sospensioni per riunioni di maggioranza e riunione di capigruppo la seduta è stata quindi sospesa e riprenderà domani mattina alle 9. Già alle 8.30 però i capigruppo torneranno a riunirsi per decidere come proseguire i lavori e se le dimissioni, invocate, arriveranno.

L’ultimo consiglio regionale, prima della pausa estiva, era iniziato ieri, lunedì 28 luglio, con le prime schermaglie fra maggioranza e opposizione. Complice un franco tiratore la candidatura di David Follien, alla vice presidenza del Consiglio, era stata impallinata e per anzianità è risultata eletta Marilena Péaquin Bertolin. La consigliera Uv, subito dimissionaria, è tuttora in carica, visto che il Consiglio regionale al momento non ha ancora preso atto delle sue dimissioni.

La vera tempesta che si è scatenata questa sera ha avuto le sue prime avvisaglie però in mattinata con la discussione sulla causa di insindacabilità di Stefano Ferrero. La maggioranza aveva annunciato di non voler partecipare al voto – al momento ancora da effettuarsi – scatenando le ire dell’opposizione che, poco prima della pausa pranzo, ha iscritto un ordine del giorno chiedendo le dimissioni di Rollandin da Presidente dell’Associazione Forte di Bard. Iniziativa votata a scrutinio segreto dai soli 17 consiglieri di minoranza con quelli di maggioranza che sono rimasti seduti sulle proprie sedie, facendo mancare il numero legale. Un fatto che ha innescato le contestazioni, forti e con toni molti duri, dell’opposizione. "Siete ridicoli", "Siete schiavi" o ancora "Siete dei burattini" hanno urlato ai colleghi di maggioranza Laurent Viérin, Carmela Fontana e Elso Gerandin. Più di due ore sono servite, fra pareri degli uffici e ripetute letture del regolamento, per dichiarare alla fine valida la votazione, respingendo la richiesta della minoranza di ripetizione. Andato a vuoto il primo colpo diretto al Presidente della Regione, la minoranza o meglio i franchi tiratori non hanno sbagliato il secondo, diretto all’altro Presidente, Marco Viérin.
 

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