Riforma degli enti locali, i sindacati: “Senza correttivi può risultare inapplicabile”

I sindacati spiegano in una nota come sia necessario disciplinare: l'eventuale modalità di prima assegnazione dei dipendenti tra le diverse Unités qualora non coincidenti con i territori delle attuali Comunità montane.
Comunità Montana Monte Emilius
Politica

"C’è il rischio che la nuova disciplina possa di fatto risultare inapplicabile per gli Enti locali". Così in una nota la Fp/Cgil, Cisl/Fp, Savt/Fp e Uil/Fpl commentano la riforma degli enti locali varata dalla I e II Commissione e che dovrà ora essere analizzata in Consiglio regionale. 

I sindacati sono stati auditi giovedì scorso nelle competenti commissioni, chiedendo chiarimenti e modifiche/integrazioni all’impianto di legge, in particolare sull’aspetto della gestione del personale coinvolto da questa riforma che, sottolineano in una nota, "solo in parte sono state tenute in considerazione e che si ritrovano nel testo definitivo".

In particolare le sigle della Funzione pubblica spiegano come sia necessario "intervenire sul sistema normativo regionale, nel rispetto delle relazioni sindacali, al fine di disciplinare tra l’altro: l’eventuale modalità di prima assegnazione dei dipendenti tra le diverse Unités qualora non coincidenti con i territori delle attuali Comunità Montane e l’applicazione dell’istituto del distacco del personale che definisca la sede di lavoro e gli altri aspetti che disciplinano il rapporto di lavoro a seguito delle convenzioni obbligatorie tra i diversi comuni".

I segretari Carmela Macheda, Jean Dondeynaz, Claudio Albertinelli e Ramira Bizzotto auspicano quindi che il Consiglio corregga questi aspetti con un apposito emendamento. 

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