Rapporto annuale Bankitalia: nel 2013 torna a crescere l’agricoltura, male il turismo

Prosegue il trend negativo dell’economia valdostana, iniziato nel 2008. Il Pil nel 2013 è ulteriormento diminuito dell’1,6% (nel 2012 era calato del 3,5%). A dirlo è l’annuale Rapporto di Bankitalia, presentato questo mattina.
Economia

Prosegue il trend negativo dell’economia valdostana, iniziato nel 2008. Il Pil nel 2013 è ulteriormento diminuito dell’1,6% (nel 2012 era calato del 3,5%). A dirlo è l’annuale Rapporto di Bankitalia, presentato questo mattina e che quest’anno riserva alcune sorprese. In particolare torna a crescere, in termini reali, il settore agricolo: +0,5% (nel 2012 era sceso dell’1,2%). Nel 2013 si è registrato un aumento della produzione di mele (+ 20%) e di uva (+3,1%) ed è ulteriormente aumentata quella di patate (+25%). Nel comparto zootecnico è cresciuto il numero di capi allevati di bovini e ovini (+1%) mentre sono diminuiti i caprini (-1,6%). In aumento la produzione di vino (+35,9%) e fontina (+1,7%).

Accanto alla crisi sempre più nera del settore delle costruzioni (-5,6% nel 2013), sia nel comparto pubblico che privato, e alla crescente debolezza del settore industriale (-3% il valore aggiunto del settore nel 2013) si registra una dinamica negativa anche nel turismo. Una sorpresa perché il trend risulta antitetico rispetto alla situazione nazionale dove, invece, il settore risulta in crescita. Il turismo valdostano, che vale il 7% del valore aggiunto, ha registrato, per la prima volta nel 2013, un numero di presenze inferiore ai tradizionali 3 milioni. Nell’ultimo decennio l’andamento è stato nel complesso negativo a causa del calo della domanda interna e dell’accresciuta concorrenza internazionale. Fra il 2001 e il 2012 le presenze dei turisti in Valle sono scese del 2,8%. Un calo spiegato quasi esclusivamente dalla componente italiana (-16,5%). Tra il 2008 e il 2012 è cresciuta invece la spesa dei viaggiatori stranieri, +4,5%, soprattutto turisti extra europei. Nel 2013 le imprese attive nel campo dei servizi di alloggio e ristorazione erano 1663, il 14% del totale.

Male l’occupazione in Valle, -1,4%, con i picchi più alti, nel settore costruzioni (-6,2%) e nel settore ristorazione e alberghiero (-7,4%). Escluso dalla dinamica il settore dei servizi che registra una leggera crescita, +0,1%. La disoccupazione nel 2013 ha toccato quota 8,4% e quella giovanile il 30,4%.
Il peso del pubblico nell’economia valdostana continua a essere importante. La pubblica amministrazione in particolare costituisce uno dei tre principali committenti per il 12,1 delle aziende valdostane. La dipendenza dell’economia locale da “Mamma Regione” tra il 2001 e il 2011 cresce però solo sul lato della spesa pubblica mentre diminuisce sul fronte degli investimenti, dei consumi e delle esportazioni. “La crescita della dipendenza dalla spesa pubblica – sottolinea il direttore della sede valdostana della Banca d’Italia, Gennaro Maria Argirò – è da tenere presente soprattutto per il periodo in cui si colloca, ovvero quello di una contrazione via via crescente delle risorse pubbliche”.

Continua nel 2013 il calo dei prestiti alle imprese mentre quelli alle famiglie si sono ridotti a ritmi inferiori. Allo stesso modo la qualità del credito alle imprese è peggiorata mentre migliora quello alle famiglie.
“Il risparmio finanziario delle famiglie valdostane – spiega Argirò – non è stato intaccato dalla crisi. Le famiglie hanno potuto contare su un tesoretto che a livello procapite nel 2012 ammontava a 226mila euro (114mila la media italiana), che ha rappresentato un cuscinetto per presidiare l’andamento congiunturale della crisi”. Nel 2012 poco meno del 40% delle disponibilità finanziarie dei valdostani era costituita da titoli pubblici ed esteri, obbligazioni private, prestiti alle cooperative, azioni, altre partecipazioni e quote di fondi comuni. Il contante, i depositi bancari e il risparmio postale rappresentavano un terzo del totale, in aumento rispetto agli anni pre –crisi.

"Crescita e occupazione – sottolinea infine Argirò – sono gli obiettivi da perseguire con determinazione. Ai fini della crescita è necessario rilanciare gli investimenti e valorizzare il capitale umano, lavorando sul lato dell’offerta con il miglioramento della didattita che va legata agli sbocchi professionali" 

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