“Siamo qui, e i lavori partiranno a settembre. Alle spalle c’è un investimento privato superiore ai 50milioni di euro, e vari i passaggi che abbiamo vissuto erano tutti necessari per dare più solidità ad un investimento così alto. Ora, dopo l’accordo siglato a fine dicembre con Cofely e l’effetto traino di Regione e Comune, tutti gli obiettivi prefissati sono stati raggiunti”.
È il Presidente di Telcha Srl Riccardo Trisoldi a rispondere direttamente, durante i lavori della II Commissione Consiliare permanente, alla domanda più impellente: ovvero se dopo spostamenti e proroghe varie il teleriscaldamento sarà finalmente installato ad Aosta.
La Commissione si è riunita ieri pomeriggio in seguito ad un’interpellanza di Alpe durante il Consiglio Comunale del 26 giugno. Gruppo Alpe che esprimeva tutta una serie di perplessità, e che ha avuto oggi occasione di cercare tutte le risposte del caso direttamente da importanti funzionari sia della ditta Telcha Srl. che di Cofedy.
Perplessità che attraversano diametralmente il progetto teleriscaldamento, e la minoranza (Fedi, Vietti, Sartore, Viberti e Momigliano Levi) chiede chiarezza su tutta la linea: dalla tariffazione alla dispersione energetica, dal livello di emissioni ai cantieri che si apriranno ad Aosta.
“Il progetto – risponde l’amministratore delegato di Telcha, Pietro Giorgio – si colloca tra i più avanzati d’Europa, con molti punti che anticipano addirittura la normativa europea stessa sul teleriscaldamento. Si tratta di un gruppo cogenerativo che produce calore e energia elettrica che alimenta la pompa di calore, che a sua volta prende energia dall’acqua di processo della Cogne e la innalza a temperatura adeguata per servire le utenze (90 gradi), un’energia gratis a livello ambientale dato che non prevede nessuna emissione. Nell’ultima Conferenza dei servizi con la Regione sono state imposte le BAT, ovvero le migliori tecnologie esistenti sul mercato in fatto di emissioni. Una tecnologia che realmente, ad oggi, garantisce il minor impatto ambientale possibile, pari a circa 1/5 delle emissioni massime previste dalla norma”.
Progetto cambiato in corsa – la prima bozza prevedeva infatti l’installazione di una centrale a biomassa al posto della pompa di calore – che vuole mantenere anche i rapporti con il territorio e la realtà artigianale di chi già lavora nella manutenzione delle caldaie: “Alcuni artigiani – spiega l’Ingegner Giorgio – si sono sentiti depauperati dal lavoro di manutenzione su caldaie tradizionali o a condensazione, e per questo abbiamo avuto diverse riunioni con gli artigiani stessi ed elencato loro tutta una serie di possibilità sostitutive e di collaborazione, proponendo loro la manutenzione delle sottostazioni e degli impianti secondari collegati o reti e micro-reti presenti sul territorio, perché non vogliamo distruggere questo tessuto molto attivo e molto professionale”.
Sulle imputazioni di Alpe riguardo alla posizione monopolistica di Telcha, Giorgio risponde seccamente: “Nessun monopolio sul territorio perché la nostra posizione è concorrenziale. Alcune assemblee condominiali hanno votato per non allacciarsi al teleriscaldamento. C’è un’azione di trasparenza di tariffe e nessuno è obbligato ad allacciarsi”. Tariffe che, sempre secondo l’Ingegnere, si attesterebbe ad un media di spesa di circa 107 euro ogni Megawattora.
Dal mese di settembre, quindi, si cominceranno a vedere i cantieri all’opera ad Aosta, anche perché il primo lotto del progetto dovrebbe essere terminato entro ottobre 2014.
Anche l’eventualità di chiusura della Cogne, e di conseguenza delle sue falde di acque di processo, è stata presa in considerazione: secondo gli accordi presi con la Cogne, anche nel caso di chiusura della fabbrica, Telcha continuerà ad attingere dai suoi pozzi per alimentare la pompa di calore.
Una centrale moderna, secondo i vertici Telcha-Cofedy, e “modulare”, adattabile alle esigenze della popolazione e che può crescere con lo sviluppo progressivo della rete di teleriscaldamento.
Unico neo, segnalato anche da un preoccupato Mario Vietti, è quello relativo ai cantieri e al loro impatto su una città già esageratamente trafficata.
Un disagio che inevitabilmente ci sarà, ammette Telcha che però al contempo garantisce che nel progetto consegnato vi sia anche un piano di cantierizzazione concentrato il più possibile nelle zone dove c’è il doppio senso di marcia.