Mele per chi uccide le ghiandaie: e-mail di protesta alla Regione, alla Forestale e alla Cofruits

"Amici" del social network invitati a inviare email di dissenso alla Cofruits, all'Assessorato all'Agricoltura, alla Forestale e alla Regione. Nel frattempo Legambiente chiede alla Regione di fermare l'iniziativa.
Società

La Regione blocchi sul nascere l’iniziativa della Cofruits. A chiederlo è in una nota Legambiente Valle d’Aosta, nel commentare la notizia che la Cooperativa di Saint-Pierre ha deciso di incentivare i cacciatori nell’opera di uccisione delle ghiandaie.

“In un solo giorno – spiega Alessandra Piccioni, presidente del circolo del cigno verde – sono arrivate già una decina di telefonate alla nostra sede per denunciare la barbarie annunciata e facilmente la notizia supererà i confini regionali. Se è lecito il grido di aiuto dei produttori di mele danneggiati dalla ghiandaia, è altrettanto lecito attendersi una replica dettata dal buonsenso da parte della Regione al fine di aiutarli senza dar il via libera al tiro a segno. "

L’Associazione suggerisce poi di trovare alternative alla caccia di controllo. "Devono partire da un’analisi delle abitudini dei volatili, che principalmente si cibano di topi, insetti e, giustappunto, ghiande. Gli esperti dell’assessorato potrebbero segnalare che la presenza di cespugli ricchi di bacche nei pressi dei meleti ne dirottano le preferenze, e magari invitare a ricostruire gli habitat naturali. Si potrebbero infine ipotizzare incentivi, se ritenuti necessari, per l’acquisto di reti in difesa degli alberi."

Dello stesso parere anche WWF Italia, secondo cui "la proposta della Cofruits è priva di ogni presupposto scientifico e genera un danno di immagine a tutta la Valle d’Aosta, accontentando solo i cacciatori".

Nel frattempo cresce la protesta su facebook. Dopo l’invito del fotografo, Stefano Unterthiner, a comprare "mele solo da chi rispetta la natura", arriva ora una pagina, creata sul social network "Cofruits di Saint-Pierre e le mele insaguinate", nella quale si invitano gli "amici" a esprimere il proprio dissenso all’iniziativa, inviando una mail alla Cofruits, all’Assessorato all’Agricoltura, alla Forestale e alla Regione. 

Ecco alcuni passaggi della lettera: "Non vi è alcuna giustificazione nell’uso di tale violenza: qualsiasi danno ci sia, il problema va risolto con metodi incruenti e degni di un’agricoltura sostenibile." Per i promotori inoltre l’iniziativa "non fa una bella pubblicità, né alle mele che provengono dalla vostra regione, né a coloro che utilizzano dissuasori per far fronte al problema e tanto meno alla Regione Val d’Aosta, per la quale il turismo è una risorsa importante."

 

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