Polemiche sul brindisi con il prosecco “valdostano”

Sotto i riflettori, le riprese in stile "spot" del vino veneto registrate durante il Capodanno a Courmayeur, evidenziate dal blog "Vino al vino". La Regione ha speso più di un milione di euro per promuovere la Valle e i suoi prodotti attraverso la Rai.
Politica, Società

La Valle d’Aosta: terra di fontina, tegole e prosecco. Da due giorni tra i prodotti tipici del territorio valdostano possiamo annoverare il frizzante vino veneto, sostiene con ironia l’autorevole blog enologico “vino al vino”.
Il giornalista Franco Ziliani ha evidenziato come la trasmissione di Raiuno dedicata al Capodanno presentata da Carlo Conti e intitolata "L’Anno che verrà", trasmessa il 31 sera in diretta dal PALA TRE di Courmayeur, si sia trasformata, a suo parere, in uno spot dedicato al Prosecco prodotto da una nota azienda di San Donà di Piave, “che – riporta il blogger – è stato più e più volte inquadrato, con tanto di marchio in evidenza stile “consigli per gli acquisti” al momento del brindisi di mezzanotte e più volte in seguito?”.

Un atteggiamento che mal si concilia, sottolinea Ziliani, con l’accordo triennale siglato tra Regione, Chambre valdôtaine e Rai. Nata con l’obiettivo di rafforzare l’immagine della Valle d’Aosta attraverso la valorizzazione delle sue tradizioni e dei suoi prodotti, la convenzione con la Rai è costata alla Regione un milione e centomila euro.  “Vogliamo uscire dall’angolo e far capire cosa c’è di bello nella nostra Regione” aveva dichiarato il presidente della Regione Rollandin in occasione della firma. "Da più parti – gli aveva fatto eco l’assessore al turismo Marguerettaz, ospite della trasmissione – gli esperti ci dicono che sopravviveranno solo le eccellenze. Noi dobbiamo tentare il tutto per tutto". 

“Come si concilia – si chiede il blogger enologo – il mega spot del Prosecco di Canella, con l’accordo Rai – Valle d’Aosta realizzato per esportare e sostenere il sistema produttivo e turistico della splendida regione montana? Se si doveva promuovere l’agroalimentare valdostano perché non si sono mostrate, al momento del brindisi, le bottiglie di metodo classico prodotte, con un uva autoctona come il Prié Blanc, dalla Cave di Morgex et de la Salle invece del Prosecco?
Si attendono – conclude – risposte dall’Assessore al Turismo e dal Presidente della Regione, per capire se siano soddisfatti o meno di questo “preludio di un accordo tra Regione, Chambre valdôtaine e Rai”.


Insomma, i postumi alcolici di questo Capodanno al prosecco veneto rischiano di far venire un mal di testa memorabile. 

 

 

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