Arriva in Valle d’Aosta l’infermiere di famiglia, tra i suoi compiti quello di promuovere la salute

Il progetto, sperimentale, è stato approvato recentemente dalla Giunta regionale e rientra tra le azioni del piano socio-sanitario regionale . L’obiettivo generale del progetto è di mantenere la persona a domicilio, ridurre gli accessi alle strutture.
Società

Entro l’estate arriverà in Valle d’Aosta l’infermiere di famiglia. Il progetto è stato approvato recentemente dalla Giunta regionale e rientra tra le azioni del piano socio-sanitario regionale 2011/2013.

L’iniziativa prevede l’adozione, inizialmente in una determinata zona montana, di “nuovo modello assistenziale per la presa in carico “proattiva” dei cittadini ed un nuovo approccio organizzativo che assume il bisogno di salute prima dell’insorgere della malattia, o prima che essa si manifesti o si aggravi, prevedendo ed organizzando le risposte assistenziali”.

Protagonista di questo nuovo modello assistenziale è l’infermiere di famiglia.  “Questa nuova figura professionale – spiega Giuliana Vuillermin, referente del progetto – si discosta dalla figura dell’infermiere tout court in quanto opera nell’ambito della prevenzione primaria, secondaria e terziaria, rispetto ai fattori di rischio per la salute, nei confronti del cittadino e della famiglia, attraverso interventi di educazione sanitaria”.

L’infermiere di famiglia, dotato di una formazione specifica post laurea, è in grado di agire sul territorio, instaurare un rapporto diretto, non solo con il malato, ma anche con la persona sana, occupandosi delle sue necessità, e aiutandolo insieme con la sua famiglia ad evitare rischi sanitari. Gli infermieri di famiglia in particolare avranno il compito di facilitare le dimissioni precoci dagli ospedali, fornire assistenza infermieristica a domicilio; agire da tramite tra la famiglia e il medico di base, sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.

L’obiettivo generale del progetto è di mantenere la persona a domicilio, ridurre gli accessi alle strutture o i ricoveri.  Spiega ancora la Vuillermin “nel caso ad esempio di una persona infartuata l’infermiere di famiglia opera andando ad analizzare quali possono essere state le cause scatenanti dell’infarto, ad esempio stili di vita non corretti e suggerisce dei correttivi”.

La sperimentazione del progetto durerà 6 mesi e nel caso di risposte positive l’infermiere di famiglia potrà essere adottato in tutti i distretti del territorio regionale.

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