La Valle d’Aosta non sarà OGM free. Il consiglio regionale boccia la proposta dell’Alpe

Secondo l'Uv "Siamo di fronte ad un falso problema: in Valle mancano le condizioni territoriali per la coltivazione di OGM" ma per l'Alpe "La Valle d’Aosta deve assolutamente ricollegarsi a questo movimento delle Regioni italiane per ragioni commerciali".
Politica

La Valle d’Aosta non sarà Ogm Free. Il consiglio regionale ha infatti ieri respinto la proposta di legge dell’Alpe che chiedeva l’abrogazione della Legge regionale 29/2005 in materia di colture transgeniche convenzionali e biologiche. La proposta dell’Alpe che prevedeva il divieto assoluto d’impiego di organismi geneticamente modificati in agricoltura, ha ottenuto infatti solo il voto favorevole dell’Alpe e del Pd, mentre il resto dell’Assemblea si è astenuto.

Come ha spiegato  Piero Prola, dell’UV La posizione della maggioranza è di astensione, in quanto il quadro giuridico è ancora abbastanza incerto. Riteniamo che l’attuale legge regionale sia seria ed equilibrata e offra le garanzie necessarie. Di fatto siamo di fronte ad un falso problema: in Valle mancano le condizioni territoriali per la coltivazione di OGM, con particolare riguardo al mais che necessita di superfici estensive, mentre tutte le nostre colture tradizionali sono confermate e salvaguardate dalla presenza dei marchi di qualità”.

Per Roberto Louvin capogruppo Alpe “Ormai la maggior parte delle Regioni in Italia si sta muovendo risolutamente sulla linea di negare la possibilità di avere coltivazioni Ogm all’interno del proprio territorio. La Valle d’Aosta per sua natura non ne ha bisogno, non ne ha nessuna attualmente in atto, ma deve assolutamente ricollegarsi a questo movimento generale delle Regioni italiane anche e soprattutto per delle ragioni commerciali. Il prodotto valdostano deve caratterizzarsi oggi come un prodotto non Ogm e deve poter essere valorizzato sul piano anche del marketing in questi termini.“

Come ha ricordato l’Assessore regionale all’Agricoltura Isabellon anche durante il percorso in Commissione, sono emerse posizioni da parte degli attori del settore agricolo che confermano la validità della legge regionale del 2005. … Gli Uffici dell’Assessorato si sono  attivati predisponendo delle linee guida regionali, nelle quali si esclude implicitamente la coltivazione degli OGM attualmente autorizzati alla coltivazione a livello europeo con la definizione di distanze di sicurezza molto restrittive.”

“Pensavamo che su questa materia – ha sottolineato Raimondo Donzel del Pd –  si potesse ritrovare la nostra ragione di essere Regione autonoma e di non doverci allineare sulle scelte del Governo nazionale. Questa proposta ci sembrava una posizione chiara, senza ambiguità. Non è lo Stato italiano che deve dire di no agli OGM, ma visto che andiamo verso il federalismo devono essere le Regioni a dare il loro parere, ma forse abbiamo paura di disturbare il manovratore nazionale.”

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