Parco del Gran Paradiso: l’aumento delle temperature non è la causa di regressione dello stambecco

Ad affermarlo una nota degli Assessori all’agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, e alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce, dopo le affermazioni di alcuni rappresentanti del Parco Nazionale del Gran Paradiso
Società

La denuncia di una preoccupante regressione della specie stambecco all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso determinata dall’aumento delle temperature, con conseguente variazione della dinamica della ripresa vegetativa nella zona alpina e diminuzione del tenore energetico del pascolo, non pare una tesi convincente e riscontrabile. A evidenziarlo, a seguito delle dichiarazioni da parte di alcuni rappresentanti del Parco Nazionale Gran Paradiso apparse nei telegiornali dei giorni scorsi, sono in una nota congiunta gli Assessori all’agricoltura e risorse naturali, Giuseppe Isabellon, e alla sanità, salute e politiche sociali, Albert Lanièce,.

“Secondo le strutture competenti della Regione Autonoma Valle d’Aosta – si legge – tale ipotesi non pare essere suffragata da dati scientifici, in quanto, se le cause fossero dovute ai cambiamenti climatici, la stessa diminuzione di stambecchi dovrebbe essere riscontrata anche all’esterno del Parco, dove, al contrario, le popolazioni della specie sono caratterizzate da classi giovanili ben rappresentate e consistenze numeriche con tendenza all’aumento. La teoria del PNGP, pertanto, necessita di ulteriori verifiche”.

Secondo la Regione l’unica strada per un corretto esame delle dinamiche in corso è quella “di lavorare in modo congiunto, condividendo le informazioni ottenute sia all’interno che all’esterno del Parco, al fine di collaborare al meglio nella risoluzione delle problematiche e di dare all’opinione pubblica una corretta informazione”.

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