Valle d’Aosta, terra di divorzi: un matrimonio su due cola inesorabilmente a picco

L’Istat assegna alla nostra regione, filo-divorzista fin dagli anni ’70, il primato assoluto nel campo delle unioni fallimentari. Intanto prende piede un nuovo servizio di mediazione familiare per aiutare le coppie in crisi.
Società

"Finché morte non vi separi"? Meglio incrociare le dita dietro la schiena, al momento di pronunciare certe parole davanti al sindaco o al prete. Specialmente in Valle d'Aosta. Non è una novità, si sa che la nostra regione vanta alcuni primati poco invidiabili, tra cui il tasso di alcolismo impressionante, l'elevato numero di suicidi per abitante e, dulcis in fundo, il fallimento matrimoniale. Proprio le nozze sfortunate sono state oggetto di una relazione elaborata dall'Istat, e condotta a livello nazionale, esaminando i dati provenienti dalle cancellerie dei 165 tribunali civili del Paese. La ricerca risale al 2008, ma i risultati sono stati resi noti solamente ora.

La Valle d'Aosta in quattro anni ha sorpassato l'altra regione tradizionalmente filo-divorzista, la Liguria, e ora svetta incontrastata nella triste classifica delle separazioni e dei divorzi. Se in Italia si arriva 286 separazioni ogni mille unioni, in Valle d'Aosta raggiungiamo quota 503 (324 quindici anni fa). Un'unione su due naufraga. Globalmente la situazione è critica per tutto il centro – nord, con l'eccezione del Veneto, in linea con la media italiane. All'altro capo della classifica troviamo invece Puglia, Calabria, Abruzzo, Sicilia e Campania, con meno di 200 separazioni ogni mille matrimoni. Sicuramente, alla base delle profonde differenze registrate tra un capo e l'altro della Penisola ci sono motivazioni storiche, culturali e sociali profonde, ancora tutte da esplorare.

Se facciamo un passo indietro, non possiamo non ricordare che nel 1974, quando l'Italia intera fu chiamata a decidere con un referendum se cancellare o meno la legge 898, che istituiva il divorzio, fu proprio soprattutto la nostra regione ad aderire al partito del "no" con percentuali quasi bulgare (il 75%, contro il 59% del resto del Paese). Segno che la consapevolezza della fragilità dell'istituto matrimoniale e della difficoltà di mantenere un legame di coppia duraturo appartiene al dna valdostano da tempi non sospetti. Per correre ai ripari e fare fronte all'incremento di casi di separazione e divorzio la Giunta regionale ha approvato, lo scorso dicembre, l'istituzione di un servizio sperimentale di mediazione familiare per il triennio 2010-2012, per il quale sono stati stanziati 200 mila euro. Ancora non sono stati resi noti i risultati concreti dell'iniziativa.

Tornando all'indagine dell'Istat, l'analisi dei questionari ha permesso di fotografare una situazione nazionale in piena mutazione. In Italia, in tredici anni, dal 1995 al 2008, i divorzi sono più che raddoppiati. Ma la principale novità riguarda l'affidamento dei figli. A partire dal 2006, in concomitanza con l'introduzione della legge sull'affido familiare, c'è stato un boom degli affidi condivisi. Nel 2005, nell'80% delle separazioni e nell'82% dei divorzi i minori erano assegnati alle cure della madre, mentre nel 2008 il 78% di loro ha beneficiato dell'affido condiviso in caso di separazione (il 61% in caso di divorzio).

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