“Nucleare: se lo conosci lo eviti”: Marco Bersani all’Espace

La sua posizione è chiara: un no, senza se e senza ma, all’energia nucleare. Diverse le ragioni di questa sua posizione spiegate da Marco Bersani, coordinatore nazionale di Attac, nel libro presentato all'Espace populaire.
Marco Bersani
Società
Nel 1987 gli italiani, attraverso un Referendum, si espresso chiaramente contro il nucleare. Le diverse centrali sparse sul territorio nazionale vennero chiuse. Ora, come se il Referendum fosse caduto in prescrizione, il governo e il parlamento stanno discutendo su una loro riapertura. Il ministro dell’Ambiente, Altero Metteoli, ha annunciato che le centrali potrebbero essere pronte già tra dieci anni.
Proprio di nucleare si è discusso ieri sera, giovedì 19, all’Espace poupulaire di via Mochet con Marco Bersani, autore di “Nucleare: se lo conosci lo eviti”. La sua posizione è chiara: un no, senza se e senza ma, all’energia nucleare. Diverse le ragioni di questa sua posizione. Innanzitutto il problema delle scorie, ma non solo. “L’energia – ha detto Bersani –riguarda anche il nostro modello di organizzazione sociale. Se decido che l’energia di riferimento è quella nucleare, fatta di pochi e grandi impianti, gestiti e controllati da poche persone, significa che opto per un sistema sociale di tipo totalitario”. Al contrario le energie rinnovabili sarebbero democratiche: “Il sole – ha proseguito – è ha disposizione di tutti, così come il vento”.
Le centrali nucleari portano con sé anche molti problemi non scontati, come l’acqua: “Basti ricordare – ha sottolineato Marco Bersani – che la Francia, il paese europeo maggiormente nucleare, utilizza il 40 per cento delle sue acque per raffreddare le centrali. I nostri vecchi impianti sorgevano perlopiù lungo il Po. Ora, lungo il fiume più grande d’Italia non ne potranno sorgere di nuove, se ne costruissero anche solo due lo prosciugherebbero”.

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