E’ precipitato fuori dal sentiero per un centinaio di metri l’escursionista morto in val di Cogne

Enzo Capizzi, 55 anni, originario di Vicenza ma residente a Genova, era in Valle con la moglie e la figlia per una vacanza. L’incidente, lungo il sentiero che dal rifugio Vittorio Sella va all’Herbetet, si è verificato attorno ai 2.400 metri di quota.
Cronaca

E’ stata, con tutta probabilità, una scivolata a tradire Enzo Capizzi, 55 anni, l’escursionista morto ieri, nel tardo pomeriggio, lungo il sentiero che dal rifugio Vittorio Sella (2.584 metri) conduce all’Herbetet, nella val di Cogne. Questa la conclusione cui sono giunti, dopo le prime indagini sull’accaduto, gli uomini del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Entrèves, comandati dal maresciallo Delfino Viglione.

Capizzi, che stava compiendo l’escursione in compagnia della moglie e della figlia di dieci anni, dopo aver perso l’equilibrio ed essere caduto è finito fuori dal tracciato, precipitando per un centinaio di metri sul pendio scosceso. Gli urti riportati nella caduta gli hanno causato le lesioni per cui, raggiunto il luogo in elicottero, assieme alle guide del Soccorso Alpino Valdostano e del SAGF, il medico del 118 non ha potuto fare altro che constatare la morte. L’incidente è avvenuto a circa 2.400 metri di altitudine, dopo che i tre avevano già percorso un discreto tratto di sentiero, definito “non estremamente impegnativo, ma in alcune parti esposto”.

La moglie dell’escursionista, in stato di choc per l’accaduto, è stata trasportata all’ospedale di Aosta ed affidata all’assistenza del Nucleo psicologi per l’emergenza. Capizzi, originario di Vicenza ma residente a Genova, era in Valle con i suoi familiari per una vacanza.

Subito dopo la missione in Val di Cogne, l’elisoccorso era volato alla volta delle Pyramides Calcaires, nell’alta Val Veny (Courmayeur). La chiamata era giunta da tre alpinisti italiani in difficoltà. Recuperati, sono stati valutati in condizioni per cui non si è rivelato necessario un intervento medico.
 

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