La carne valdostana al test degli chef e degli albergatori

Cena-degustazione organizzata dall’Anaborava presso la Scuola alberghiera di Chatillon. I destinatari erano gli albergatori e i ristoratori valdostani chiamati a degustare le caratteristiche della carne prodotta in Valle.
Da sinistra Marguerettaz, Bianquin e Testolin
Economia

Sfatare il luogo comune secondo cui la carne valdostana è dura. E’ stato questo l’obiettivo della cena-degustazione organizzata dall’Anaborava (Associazione valdostana allevatori bovini di razza valdostana) giovedì 20 novembre scorso presso la Scuola alberghiera di Chatillon. I destinatari erano gli albergatori e i ristoratori valdostani chiamati a degustare le caratteristiche di un vitello, macellato per l’occasione, e preparato in diversi piatti dal prestigioso chef Agostino Buillas, insieme agli studenti dell’Ipra, che da 10 anni usa solo carne valdostana nel proprio locale.

“Dal punto di vista genetico – ha detto Mario Vevey, direttore di Anaborava – siamo pronti per proporre sul mercato animali che hanno tutte le caratteristiche di tenerezza per soddisfare il consumatore”. L’associazione, infatti, nel corso di questi ultimi anni ha sottoposto ad indagini genetiche, nel proprio centro di ricerca, i vitelli di razza valdostana. Una selezione che ha permesso di individuare i migliori riproduttori per la trasmissione del “gene della tenerezza”. “Questo permette di avere già oggi carne di ottima qualità e particolarmente sana – ha sottolineato Vevey – In Valle d’Aosta antibiotici e ormoni vengono utilizzati solo per la cura e il benessere dell’animale e non per fini zootecnici o commerciali”.

Un test che ha soddisfatto anche i palati più esigenti, come quello di Piero Roullet, storico albergatore di Cogne: “Già dieci anni fa si parlava di usare nei nostri ristoranti la carne valdostana. Ma al più era buona per il bollito o uno stracotto. Oggi, invece, direi che ci siamo”.

“La quasi totalità dei vitelli allevati in Valle – ha detto il presidente di Anaborava Edi Bianquin – viene esportata all’estero. Ma pensiamo che carne di questa qualità possa essere valorizzata diversamnte, non solo presso le famiglie, ma anche nei ristoranti e negli alberghi valdostani”. “Dobbiamo seguire un percorso simile a quello fatto con il vino – ha proseguito Aurelio Marguerettaz, assessore al Turismo – per dare il giusto risalto alle eccellenze del nostro territorio”.
 

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